Lettera
Il Santo Natale e la pandemia

di Rosario Amico Roxas

Mentre la pandemia incalza, seminando terrore e parecchi decessi,  si avvicina il rito del Natale, rito antico che attualizza il ricordo del mistero della nascita di Gesù. Ma non si tratta di un rito prevalentemente spirituale,  perché ha subito un’evoluzione sociale  dove domina  la realtà del consumismo,  trascurando le tante realtà umane che mancano dell’indispensabile.
La pandemia ha azzerato le differenze sociali, inglobando i contagiati in un’unica categoria  che non prevede differenze di censo. 
Mi torna alla memoria quanto  studiato e analizzato  nella bellissima pagina di spiritualità  vissuta da mons. Montini, allora Patriarca di Milano e presto elevato al trono di Pietro, con il nome di Paolo VI, e, ai nostri giorni ,alla gloria dell’Altare. Ricordo la pastorale del Natale 1955, in un  gelido tugurio, con la platea degli ultimi, dove il Cristo era presente nei derelitti di una Milano occupatissima a celebrare non il rinnovarsi del mistero della Natività, ma il rito del cenone.  In tale pastorale ritroviamo tutto l'itinerario dell'uomo Montini e la dilatazione degli orizzonti  operata dall'assunzione della paternità universale con l’Enciclica Populorum Progressio. L'esigenza di toccare con mano la miseria che affligge una grande parte del mondo condusse Paolo VI, , eletto al Pontificato, a visitare la Chiesa dei poveri in un pellegrinaggio che lo portò, innanzitutto, in Palestina nel 1964, in quella terra travagliata e contesa.
Rosario Amico Roxas



Lunedì 30 Novembre,2020 Ore: 21:54