Perché la Chiesa ha affrontato con ritardo i crimini commessi da ministri consacrati?

di Renato Pierri

“Lo scandalo dell’abuso sessuale è una rovina terribile per tutta l’umanità, che colpisce tanti bambini, giovani e adulti vulnerabili in tutti i paesi e in tutte le società. Per la Chiesa è stata un’esperienza molto dolorosa. Sentiamo vergogna per gli abusi commessi da ministri consacrati, che dovrebbero essere i più degni di fiducia” Parole pronunciate da papa Bergoglio nel discorso alla Commissione pontificia per la tutela dei minori, che leggo sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi. E poi: “La Chiesa ha affrontato questi crimini in ritardo e anche un solo abuso basta a condanna senza appello”.
Come mai? Si sarà chiesto il Papa come mai la Chiesa, così attenta alla morale sessuale, così presa da secoli dalla morale sessuale, non si sia mai preoccupata granché del peccato della pedofilia, al punto da non inserire neppure il termine nel Catechismo? Se lo saranno chiesto i fedeli?
Perché questo grave peccato è passato quasi sotto silenzio, rispetto ad altri peccati (o presunti tali) sessuali? Credo che la ragione principale sia questa: la società, Chiesa compresa, non ha mai dato importanza ai bambini, nel senso che non ne ha mai tutelato i diritti. “La vita dell'infanzia non ha avuto per lungo tempo alcun significato per il mondo degli adulti, per il costume, il minore è stato a lungo percepito come un essere che diviene persona-soggetto di diritti solo dopo essere stato educato e plasmato... Il primo strumento internazionale in assoluto, che cita i diritti dell'infanzia è la “Convenzione sull'età minima”, adottata dalla Conferenza Internazionale del Lavoro nel 1919. La prima significativa attestazione dei diritti del bambino si ha con la Dichiarazione dei diritti del bambino, adottato dalla Quinta Assemblea Generale della Lega delle Nazioni nel 1924.” (Maria Bottaro, Istisss.it, 4 ottobre 2007). L’analista psicologo Lucio Della Seta, nel saggio “Debellare il senso di colpa” (Marsilio Editore) nota acutamente che il Decalogo pensa ad ordinare ai figli di onorare i genitori, ma non pensa ad ordinare ai genitori di rispettare i figli. La Chiesa è sempre indietro, almeno su certi temi, rispetto alla società e, riguardo alla morale sessuale è sempre stata ciecamente legata alla Tradizione, all’Antico Testamento e a San Paolo. Nelle Scritture non si fa minimamente cenno al grave peccato della pedofilia. E anche al tempo di Gesù in Palestina la pedofilia non sembra fosse peccato e non sembra fosse reato. Non se ne parla proprio. Gesù, per fortuna, dà importanza ai bambini, ma per sfortuna non fa mai cenno al peccato della pedofilia. Se ne avesse fatto cenno, forse la Chiesa avrebbe dato importanza a questo peccato, e anziché dedicare ingiustamente diversi paragrafi del Catechismo all’omosessualità, ne avrebbe giustamente dedicato almeno uno al peccato della pedofilia. E forse avrebbe affrontato per tempo i crimini compiuti da ministri consacrati.
Renato Pierri



Domenica 01 Ottobre,2017 Ore: 10:08