La dottoressa Silvana De Mari non conosce bene il Vangelo

di Renato Pierri

Ho firmato anch’io la petizione lanciata sui Change.org da Roberta Amato, per la radiazione immediata della dottoressa De Mari dall'Ordine dei Medici di Torino per avere espresso in sede pubblica pareri obsoleti in merito ai rischi della sessualità omosessuale, alla definizione -velata di forti pregiudiziali omofobe- di Gay Bowel Syndrome, per aver ridicolizzato, umiliato, deriso, con la pietà pelosa di chi è in malafede, chi abbia rapporti omosessuali. Per avere lordato anche la sessualità eterosessuale, descrivendo come pericolose pratiche sicure, descrivendole in maniera turpe e paventando lesioni e inesistenti rischi di malattie". Le parole tra virgolette sono di Roberta Amato, la quale riporta anche un pensiero della dottoressa: "Io mi batto per il diritto all'omofobia. In un paese liberale un uomo ha diritto di infilare il suo pene nella cavità anorettale di un altro uomo, e io ho il diritto di provare fastidio all'idea. L'unica soluzione è che quello che un uomo fa del suo pene appartenga alla sfera privata, venga tolto dalla sfera pubblica. Se resta nella sfera pubblica l'omofobia deve essere un diritto umano riconosciuto, altrimenti salta la libertà di parola e salta il Cristianesimo”. Due brevi considerazioni riguardo alla libertà di parola e al Cristianesimo. La libertà di parola non è libertà di offendere. Quanto al Cristianesimo, Cristo non ha mai pronunciato una sola parola contro l’omosessualità. I peccati sessuali nel Vangelo non hanno molto rilievo. Sono ben altri i peccati che preoccupavano il Signore. Gesù ha fatto capire chiaramente che gli uomini davanti a Dio sono tutti uguali. Fare discriminazioni in base alle tendenze sessuali va contro la ragione e contro il Vangelo.
Renato Pierri



Sabato 21 Gennaio,2017 Ore: 15:36