ANCORA UN VOLTA LE MOTIVAZIONI DEL FENOMENO MIGRATORIO DALL'AFRICA E DALL'ASIA

di Luciano Baruzzi

Il tema è noto da quando si studiava la GEOGRAFIA ECONOMICA (poi eliminata dalla Gelmini) nelle classi dell'istituto tecnico commerciale.All'epoca i problemi dei paesi extraeuropei erano trattati nelle classi quarte. Quando ancora si studiava questa importante materia gli alunni sceglievano gli argomenti da studiare nella classe quarta e si finiva col trattare proprio l'Africa e l'Asia. Si andava ad esaminare in profondità le cause del sottosviluppo di questi stati, il fenomeno del colonialismo, seguito dai vari stadi: Guerre di Liberazione, Neocolonialismo e indipendenza politico-economica. Facendo ragionare gli alunni era facile definire quindi le CAUSE della fuga dalla Povertà , con l'arrivo per quanto riguarda l'africa (superando grandi difficolta sull'attraversamento del Deserto del Sahara) si arrivava sulle coste del Mar Mediterraneo, con l'intendo di attraversarlo per giungere alla mitica Europa.La penisola italiana faceva e continua a fare da ponte verso il nord Europa ( meta finale di tutti questi migranti). Ciò che mi soprende , però, è la situazione di ostacolo posta dai paesi nord europei all'accoglimento di queste popolazioni migranti. A differenza degli altri paesi l'Italia non ha mai avuto colonie importanti ed è quindi comprensibile la situazione sopra citata: Il nostro paese si resta come ponte per l'arrivo e per l'attraversamento verso il centro e nord Europa.

La situazione che desidero evidenziare è quindi la sorprendente difficoltà dei paesi nordici ad accogliere i migranti. Come già detto in passato era da considerare la situazione dell'epoca coloniale e post coloniale ed intervenire quindi prontamente per un aiuto culturale ed economico dei paesi (sfruttati per le loro risorse) appena resisi indipendenti per acquisire una situazione tale da evitare la necessità di immigrare. Tale tema è ormai conosciuto da tutti ma siamo in un ritardo stratosferico. I Mass Media hanno reso e rendono tuttora evidenti agli stati asiatici ed africani gli stili di vita del nord del mondo , pertanto le popolazioni suddette sono stimolate a muoversi anche con grandi sacrifici verso i paesi sviluppati. Sembra una soluzione ovvia ma l'intervento ancora in tempo per essere fatto, è quello di intervenire sia dal punto di vista politico economico che geografico, negli stati d'origine, come si diceva molti anni orsono : " non dateci il pesce , ma insegnateci a pescare". Tutta questa situazione è molto bene evidenziata nel libro "Fame e squilibri internazionali" di Wilma Beretta Podini, a cura di Manitese ,1988. Pertanto, mi pare ancora importante consultare ed applicare le norme economico-storiche e culturali evidenziate anche nei precedenti interventi scritti e pubblicati in varie sedi. Luciano Baruzzi e Simone Fochi, Lugo di Romagna 08/07/2016.

 




Mercoledì 13 Luglio,2016 Ore: 19:05