Lettera
Ferventi se laici, svogliati se religiosi

di Marco Lombardi

Curioso paese il nostro, dove le scuole pubbliche pullulano di ferventi fedeli e le chiese sono vuote. Lo sanno bene i parroci, che per attrarre qualche famiglia in parrocchia le inventano di tutte, dagli orari delle messe spostati in tarda mattinata perché svegliarsi presto fa fatica, ma non troppo tardi perché c'è l'anticipo di campionato, alle celebrazioni trasformate in un asilo dove si gioca, si corre e schiamazza in libertà. Gli oratori svuotati durante la settimana, si riempiono al sabato, in una sorta di baby parking dove i genitori possono sistemare i figli per fare shopping in tranquillità. Quegli stessi genitori che si infuriano se in classe non c'è il crocifisso, ma al collo o sulla culla appendono un bel corno rosso perché non si sa mai, o che confondono la befana con l'angelo annunciatore sulla capannuccia e il babbo natale rosso coca-cola con san nicola (minuscole a tutti per par condicio). Il rapporto dell'italiano medio con la religione diviene insomma sempre più conservatore laddove dovrebbe essere progressista, vale a dire nella sfera pubblica, e sempre più riformista laddove dovrebbe essere tradizionalista, vale a dire in diocesi. Viene quasi il sospetto che questa voglia di religione nei luoghi che dovrebbero essere laici sia la conseguenza di un senso di colpa per l'assenza di fede laddove più conterebbe, vale al dire nel foro della propria sfera privata. O forse, più che di assenza, si dovrebbe parlare di fatica, la fatica di seguire un qualunque precetto etico.


Marco Lombardi
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Martedì 01 Dicembre,2015 Ore: 22:29