Lettera
Il grande centro. Usato sicuro, ma a breve scadenza  

di

Marco Lombardi
 

Sono passati sei mesi da quando Pierluigi Bersani dichiarò l'impossibilità di creare un governo, anche e soprattutto a causa delle "difficoltà derivate da delle preclusioni o condizioni non ritenute accettabili". Pur non scendendo nei dettagli, l'ex leader del PD fece capire che le preclusioni erano state poste da Beppe Grillo e le condizioni riguardavano le pendenze giudiziarie di Silvio Berlusconi. Sembra che da allora sia cambiato davvero poco , visto che Enrico Letta si ritrova di fronte allo stesso vicolo cieco. Forse però questo arco di tempo non è passato invano. L'esperienza di governo, seppure breve e senza grossi sussulti riformisti, ha comunque convinto esponenti sia del PDL che del Cinque Stelle, chiamali colombe, traditori o trasformisti, che governare assieme si può e non solo in condizioni di emergenza. Certo le prospettive bipolariste vanno a farsi benedire e pare di essere tornati alla prima repubblica, con il centro egemone, gruppi satellite a ruotargli attorno e forze antisistema. Non è però con questa ricetta della nonna (o meglio, del nonno Giorgio Napolitano) che l'Italia riformerà le sue fragili fondamenta. Ma in assenza di imprese affidabili che possano ristrutturare l'intero edificio, anche un bravo carpentiere, per ora, può bastare. Sia ben chiaro tuttavia che un soffitto rattoppato, alla prima tempesta, crolla sul capo dei suoi abitanti.
Marco Lombardi



Mercoledì 02 Ottobre,2013 Ore: 17:52