Lettera
Criticare non è odiare

di Luigi Fioravanti

Non bisognerebbe mai confondere la critica con l’odio e l’inimicizia: criticare non è odiare come approvare non è amare; non bisognerebbe spostare il discorso dall’oggetto, il merito delle cose, al soggetto, screditandolo, insultandolo. Non bisognerebbe, ma avviene: questa tecnica comunicativa porta al litigio non dialogo; è scorretta e disonesta, ma è molto diffusa e praticata.

E’ in uso sistematico da parte degli esponenti del governo israeliano e dai suoi rappresentanti all’estero: chi critica la politica di Israele (l’occupazione dei Territori palestinesi che dura da 46 anni in spregio alle risoluzioni dell’Onu, la continua annessione della terra palestinese attraverso la costruzione delle colonie, i checkpoint che paralizzano gli spostamenti dei palestinesi e li umiliano quotidianamente, la costruzione del Muro dell’aparttheid, condannata dalla Corte di Giustizia dell’Aja; il trattamento inflitto ai prigionieri politici, l’ingiusta distribuzione dell’acqua, la demolizione delle case palestinesi, l’assedio di Gaza, le stragi di Piombo Fuso), chi critica queste cose, viene immediatamente accusato di essere antisemita, nemico di Israele, negatore dell’olocausto, nazista: che si chiami Moni Ovadia, Barenboim, Jeff Halper, Nelson Mandela, Desmond Tutu, Jimmi Carter, John Dugard, Richard Goldstone, Gideon Levi, Amira Hass, Ury Avnery, Nurid Peled, Judith Butler, Mairead Corrigan-Maguire,Luisa Morgantini, ex vicepresidente del Parlamenbto europeo; che siano Le Donne in Nero, i parlamentari del M5S, quelli di Families Forum, di International Solidarity Movement di Rachel Corrie e Vittorio Arrigoni, di B’tselem o di Amnesty International.

Nessuna delle persone – o delle associazioni - sopra citate sono antisemite: accusarle di esserlo è un insulto intollerabile ad ogni persona onesta. Mentre si dà dell’antisemita ad ogni dissenziente o critico sulla politica di Israele, per metterlo a tacere, per non rispondere nel merito delle cose, si tace dell’antisemitismo che esiste ed è diffuso in Israele nei confronti dei palestinesi (sono semiti anche i palestinesi!): questo antisemitismo è molto violento e feroce tra i coloni israelinai; ma di questo antisemitismo nessuno parla; chi lo denuncia, come la giornalista israeliana Amira Hass, passa per traditrice della patria.

Luigi Fioravanti




Mercoledì 31 Luglio,2013 Ore: 07:34