Lettera
Travolti nel disordine

di Marco Lombardi

E' difficile credere che una persona, per quanto coinvolta in una rissa dove vola di tutto, non sappia distinguere i colpi di un ombrello da quelli di un manganello. Soprattutto se ha visto chiaramente l'oggetto scagliato, ripetutamente, contro di se. Per quante prove gli agenti di polizia potranno fornire a loro discolpa, rimarranno le dichiarazioni del sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo, che accusa le forze dell'ordine di averlo colpito in mezzo agli altri dimostranti. In attesa che l'inchiesta faccia luce sull'episodio, se potrà farlo, resta un fatto incontrovertibile e cioè che l'immagine di un uomo la testa fracassata è semplicemente orrenda. Fa orrore vedere capelli impiastricciati di un rosso vivo, sopratutto su un cranio canuto che in altri tempi avrebbe richiamato sentimenti per lo meno di rispetto e protezione. E' l'immagine simbolica di una società spappolata, dove la disperazione fa saltare tutti i parametri su cui per anni abbiamo fondato le nostre aspettative. Forse non ci sono qui buoni o cattivi, di certo ci sono però responsabili con nomi e cognomi e sarebbe l'ora di farli quei nomi. Non si tratta di trovare capri espiatori da sacrificare all'ira della folla, ma di rimettere un po' di ordine in un'epoca caotica come questa, dove sono caduti limiti che erano la salvaguardia della civile convivenza. Difficile ravvisare complotti, eversione organizzata o strategie della tensione, perché tutto è già destabilizzato, in un disordine individuale che talvolta si raggruma in occasionali fenomeni collettivi. E' questa la novità che il paese si trova davanti, dimostrando, purtroppo, tutta la sua impreparazione a farvi fronte.

Marco Lombardi




Giovedì 06 Giugno,2013 Ore: 17:33