Lettera
Cosė finė l’asino di Buridano !

di Rosario Amico Roxas

Il 14 aprile inviai   un commento che così  titolava:

I fasti dell’asino di Buridano.   RAR

Udc: in 35 comuni con Pdl, in 36 con Pd

Sostenevo che l’indecisione, i tentennamenti, lo sguardo strabico di chi vuole guardare due posizioni distanti tra di loro, il ritenersi ago della bilancia, tutto ciò avrebbe condannato Casini alla emarginazione; solo Berlusconi continua a corteggiarlo, ma solo nel suo personale interesse, per cui lo corteggia come possibile scudiero, come cavalier servente, come dipendente,  al limite come capo-claque.

Ed  è in  questa  condizione che si è ridotto da solo, quando ha affermato di non disdegnare l’incontro con Al Fano, come se fosse un politico credibile. Parlando così Casini si è posto al di sotto anche di Al Fano, che non sta ai vertici della politica, dimostrando una disponibilità ad personam proprio per la persona più sbagliata, per il megafono del cavaliere: il ventriloquo del padrone.

Gli elettori dell’UDC appartengono ad una fetta di elettorato che, certamente, mastica di politica più di tanti altri vocianti, per cui è rimasto meravigliato per lo scivolone di Casini verso il cavaliere, anche se per interposta persona. Così non esiste più un terzo polo, bensì un partito che deve capire cosa vuol fare da grande  e non può stare a guardare il fallimento del bipolarismo per allearsi con il vincitore, o con chi presume di poter vincere. Ormai non sono più i partiti a decidere le sorti della nazione, ma gli elettori; solo nel PdL c’è ancora la presunzione di poter esercitare con gli elettori lo ius primae noctis, ma lì si tratta di storture non politiche ma patologiche, da protagonismo nevrotico.

Così finì l’asino di Buridano !

Rosario Amico Roxas



Mercoledė 09 Maggio,2012 Ore: 17:12