Lettera
Lettera Al presidente dell’A.N.A. sez. di Asti

di Daniele Dal Colle

Al presidente dell’A.N.A. sez. di Asti
Egr. sig. Blengio
Mi sono simpatici gli alpini: persone di cui fidarsi, persone che si spendono per gli altri, persone sempre presenti e mai ingombranti.
Ho avuto modo di conoscerne molti in diverse occasioni, sa?
In Valtellina per la frana-alluvione nel 1987, ad Asti per l’alluvione del 1994, in Umbria per il terremoto del 1997, in Valle d’Aosta per l’alluvione del 2000.
Abbiamo lavorato spalla a spalla per settimane.
Stessa carriola.
Stesso badile.
Stesso bicchiere per un sorso di vino.
Abbiamo rimosso insieme macerie e fango non solo dalle case, ma anche dai cuori delle persone che incontravamo. Abbiamo giocato con i bambini e ripulito parchi.
Già, i parchi…
Sembra che ora tutte queste cose vengano tradite dalla presa di posizione, rigida e indisponibile al dialogo, sulla futura sede in Parco Rio Crosio.
Ma il tradimento più grande è un altro, perché leggo sullo statuto dell’A.N.A., tra gli scopi dell’Associazione: “promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell'ambiente naturale, anche ai fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni”.
Promuovere, favorire, rispetto, ambiente naturale, formazione, nuove generazioni…
Traditi anche loro senza appello.
Un “vecio” alpino di Udine mi disse, una volta:” Lo scarpone dell’alpino lascia l’impronta, ma un Alpino non lascia segni”.
La Saggezza dei “veci”.
Daniele Dal Colle
 

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Mercoledì 18 Maggio,2011 Ore: 23:10