Lettera
Una lettera di auguri e una risposta

di Stefania Salomone

Ho ricevuto oggi un messaggio di posta elettronica con gli auguri pasquali da parte di un parroco che non conosco.

Riporto alcuni stralci della sua email preceduta da una breve poesia che vi era allegata, e, di seguito, la mia risposta.
 
Ci sono stati momenti
in cui dopo ore passate in ginocchio
in una chiesa fredda, una pietra è rotolata via
dalla mia mente, e ho guardato
dentro e ho visto le vecchie domande giacere
piegate e messe in un angolo
a parte, come il mucchio
di panni funebri di un corpo d’amore risorto.

Ronald Stuart Thomas  

"Si avvicinano i giorni santi che ci permetteranno di rivivere il grande Passaggio dalla morte alla vita, la Pasqua di Cristo, e il mio augurio è che si realizzi in ciascuno il progetto del Padre di diventare “figli nel Figlio”.

Consolideremo la nostra appartenenza alla Chiesa nella lavanda dei piedi e nell’Eucaristia del Giovedì Santo mentre il Venerdì Santo proclameremo che in Cristo Crocifisso, Dio si è rivelato come Amore perché la Croce di Cristo, manifesta la potenza salvifica di Dio, che si dona per rialzare l’uomo e portarlo alla salvezza

Infine nella notte della Veglia Pasquale, rinnovando le promesse battesimali, riaffermeremo che Cristo è il Signore della nostra vita, una vita che risorge nell’amore per i fratelli e prepara la nostra futura risurrezione.

Chiedo anche un collegamento spirituale ogni giorno alle ore 8 del mattino quando nel Santuario viene celebrata l’Eucaristia per la rete di persone che pregano le une per le altre, confidando nel Cuore di Gesù"

Ed ecco la mia risposta

Gentile amico,

non so come lei abbia avuto il mio indirizzo email, ma questo è del tutto secondario.

Dispiace leggere un messaggio augurale così poco profetico e così legato al devozionismo. Peccato che lei non abbia colto la testimonianza di Gesù che, in barba alle istituzioni del tempo, invitava le persone a non inginocchiarsi, a stare in piedi, a disertare il tempio e a trasgredire ogni legge contraria al bene dell'uomo.

Ho letto nella vita di Gesù un tripudio di speranza senza intercessioni, senza preghiere gli uni per gli altri, ma ricca di un instancabile servizio, quello stesso che gli ha fatto indossare la veste nel giovedì santo prima di lavare i piedi ai fratelli.
Allora io ho scelto di non pregare per qualcuno, ma, se posso, di domandargli: "Di cosa hai bisogno?"

Nessuna celebrazione, nessun rito pre-confezionato, nessuna veglia, ma solo servizio. E senza troppe maiuscole.

E questo cuore di Gesù su cui lei fa così tanto affidamento, potrà pulsare, smettendo di essere una cosa rossa che si vede in alcuni dipinti o immaginette, con i raggi dorati che lo sovrastano.

La risurrezione è qui e ora, o non sarà affatto.

Tanti auguri.

Stefania Salomone



Venerd́ 15 Aprile,2011 Ore: 16:34