Lettera
Un vescovo in gamba, quello d'Orvieto -Todi

di Renato Pierri

Un vescovo in gamba, quello d’Orvieto -Todi. Un vescovo che basa il suo comportamento sulla propria ragione (non quella altrui) e sul Vangelo. Il vescovo ha presieduto nel duomo d’Orvieto una solenne Santa Messa Esequiale, per la morte del diacono Luca Seidita, suicidatosi dopo avere appreso la notizia del rinvio della sua ordinazione sacerdotale. Il vescovo sa che il Catechismo condanna il suicidio, ma sa anche che il Dio del Vangelo, il Dio della misericordia, avrà accolto in cielo questo suo figlio incapace di reggere allo sconforto. Nell'omelia ha detto: "Perdona Signore questo gesto estremo di Luca, te lo chiedo con tutto il cuore, a nome soprattutto di sua madre. Perdona ti prego anche me per non essere stato così pronto a parare il colpo...Luca avrà scambiato la Roccia con la rupe? Speriamo di no. Avrà ben incontrato Cristo, la Roccia che è la Nostra Salvezza, quella vera".
Oggettivamente, è ovvio che il suicidio non è cosa buona, così come l'omicidio non è mai cosa buona. Eppure alle volte è lecito uccidere. E' il caso della legittima difesa. Se non c'è altra via per fermare l'ingiusto aggressore, è lecito uccidere. Bene. Il suicidio è una sorta di legittima difesa. Il suicida non è in grado di "uccidere" l'ingiusto aggressore ( la disperazione, lo sconforto estremo, la sofferenza estrema), ed allora si sottrae alla sua violenza, uccidendo se stesso.
Renato Pierri


Luned́ 13 Dicembre,2010 Ore: 16:15