Lettera
L'epoca del fango e della spudoratezza

di Miriam Della Croce

Il procuratore aggiunto bergamasco Massimo Meroni ha spiegato che stanno "tutti lavorando per restituire questa bambina viva alla famiglia perché non ci sono elementi che evidenzino altro". Meglio tardi che mai. Così il giornalista senza pudore che ha initolato il suo articolo: "Yara violentata e uccisa" (Gazzettino.it del 6 dicembre), chiederà scusa ai lettori, nonché ai familiari della ragazzina scomparsa. Ma dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa, anche l'appassionato dei plastici Bruno Vespa. Ancora l'altro giorno, infatti, due fotografie giganti, facevano da sfondo alla scenografia del suo salotto: una era quella di Sara, e l'altra era quella di Yara. Una  a fianco all'altra, così come si fa, in misura ridotta, sulle tombe. Una dimostrazione di grande delicatezza. Ma lo fa con innocenza, il buon Vespa, e tutti sono disposti a perdonarlo. Lo si perdona anche perché spesso dedica le sue trasmissioni a beati, santi e veggenti, miracolati e stigmatizzati. E fa gli occhi dolci quando parla di miracolati e stigmatizzati. Qualcuno ha scritto: "Questa è l'epoca del fango. Fango dappertutto. Fango sulle case, a causa delle piogge. Fango sulle persone, a causa della politica. Fango sul corpo di una ragazzina uccisa e gettata in un pozzo" (Avvenire 9 ottobre 2010). Io aggiungerei che questa è anche l'epoca della spudoratezza.  

Miriam Della Croce



Domenica 12 Dicembre,2010 Ore: 08:21