Lettera
Non si vive di solo pane
di Claudio Giusti
La cultura è un bene commestibile.
22 ottobre 2010
22 ottobre 1970 assassinio del generale cileno René Schneider
Anche se non è facile imbottire un panino con la Divina Commedia la cultura, intesa nel senso più ampio del temine, è un genere di prima necessità anche quando non si limita a produrre posti di lavoro.
Grazie ad essa milioni di persone affrontano viaggi anche molto lunghi e spendono cifre ragguardevoli per presenziare a eventi intellettuali o per visitare siti che, se non fosse per la loro attrattiva culturale, nemmeno sarebbero citati nelle mappe catastali.
Queste immense folle pernottano e mangiano fuori casa, comprano biglietti e articoli di ogni genere, mettendo in moto un’enorme industria e un indotto che fa lavorare centinaia di migliaia di persone.
A livelli più modesti la cultura produce film che, anche se non escono dai confini nazionali come l’industria cinematografica indiana, generano quantità enormi di posti di lavoro.
Lo stesso vale per i libri, la cui produzione è un’attività di un qualche peso persino da noi.
Anche il nostro bistrattato idioma nazionale potrebbe essere un motore di sviluppo visto che è la quarta lingua più studiata al mondo.
La vetusta e saccente affermazione secondo cui chi lavora non avrebbe tempo per leggere libri lascia perplessi; perché non spiega per quale ragione i paesi ricchi hanno tassi di lettura incredibilmente più alti dell’avvilente livello che ci contraddistingue.
Forse le buone letture alzano la produttività?
Comunque sia non si vive di solo pane.
Claudio Giusti
Dott. Claudio Giusti
Membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla Legalità e i Diritti, Claudio Giusti ha avuto il privilegio e l’onore di partecipare al primo congresso della sezione italiana di Amnesty International ed è stato uno dei fondatori della World Coalition Against The Death Penalty. Domenica 24 Ottobre,2010 Ore: 13:53 |