Lettera
Padre Sorge e la guerra in Irak
di Davide Patuelli
Carissimo direttore,
Ho letto su “Famiglia Cristiana” n. 52/2009 del 27/12/009 a pag. 91 l’intervista di Stefano Stimamiglio a padre Bartolomeo Sorge avente per titolo “Può una guerra essere giusta?”.
In risposta ad una precisa domanda dell’intervistatore Sorge afferma tra l’altro che la Chiesa ha giudicato la guerra degli Usa all’Irak “moralmente inaccettabile”.
Non sarebbe stato logico aspettarsi che a un giudizio così netto su una guerra (che tra l’altro anche se allo stadio di occupazione militare sta continuando tuttora) scaturissero delle conseguenze a livello pratico? Primo: i cappellani militari cattolici avrebbero dovuto andarsene, fare obiezione di coscienza e insegnare ai fedeli militari di fare altrettanto. Secondo: i militari cattolici, a partire dai generali, avrebbero dovuto rifiutarsi di partecipare a tale guerra e impartire ordini conseguenti ai propri sottoposti. Terzo: i civili cattolici: dai camionisti ai ferrovieri dai contabili alle centraliniste, dai politici agli infermieri... che fossero stati chiamati a contribuire a questa guerra avrebbero dovuto rifiutarsi. Quarto: i religiosi, compresi i cappellani militari non direttamente coinvolti in Irak, durante le omelie avrebbero dovuto invitare i fedeli all’obiezione di coscienza...
Mi sbaglio? Se non mi sbaglio perché questo non è avvenuto?
Davide Patuelli
Risponde il direttore Gentile Patuelli, Marted́ 09 Febbraio,2010 Ore: 11:59 |