Lettera
Un lontano ricordo

di Attilio Doni

Eravamo otto fratelli, ed erano tempi duri durante e dopo la guerra, e così non potevamo fare a meno di guardare nel piatto degli altri per controllare che a tutti fosse dispensata la stessa razione di cibo. Però ci eravamo rassegnati, oppure forse ci sembrava normale che per il fratello maggiore si facesse un'eccezione. Il babbo, infatti, diceva: "Questo a Francesco, perché è il più grande". Questa era la ragione: era più grande, aveva più appetito di noi (le briciole di pane sparivano dalla tovaglia), e quindi gli spettava una porzione più abbondante, sia di minestra, sia di pane, sia di latte la sera (si cenava con il latte, quando c'era). Questo lontano ricordo mi induce oggi a pensare: perché non ci rassegniamo oppure facciamo sì che ci sembri normale, e gliela facciamo fare al Cavaliere questa benedetta lex Equitis ad libertatem? "Questo al Cavaliere". E perché? "Perché è il più grande".

Attilo Doni

Genova



Marted́ 12 Gennaio,2010 Ore: 14:28