Lettera
L'ora di religione

di Raffaele Ibba

Naturalmente l'unico senso vero dell'ora di religione cattolica è quello di permettere che ci sia, a scelta dei singoli e delle loro famiglie, la possibilità di opzione di una educazione religiosa in diverse religioni, o meglio nella religione dei propri avi conosciuta in forma "pubblica", come può essere detta in una scuola pubblica (e non come passa per la testa a me in questo momento).
Cattolica, Islamica, Ebraica, Buddista, Induista, Animista, Ateista, etc.
Quello che dice il cardinale Bagnasco (che l'ora di religione cattolica esiste perché l'Italia è un paese di tradizione cattolica) è una non ragione: l'Italia adesso non è un paese cattolico (ed infatti oggi è governata da persone non cattoliche, spesso e volentieri anche molto blasfeme nei loro comportamenti intorno alle cose che il messaggio evangelico propone) e la storia d'Italia non è una storia cattolica (da Francesco Cristo e Camillo Benso fino a san Francesco d'Assisi l'Italia è un paese di molte esperienze, ma non è un paese cattolico; lo stesso Francesco, così simile a Gesù Cristo in tutta la sua bellezza e semplicità di abbandono a Dio, non fa dell'industria turistico-alberghiera di Assisi una realtà più cattolica di quanto la farebbe un signor B qualsiasi).
Naturalmente l'idea dell'ora della tua religione - cioè di una conoscenza pubblica della fede in cui vive la tua famiglia - è così semplice e "cristiana" che non verrà adottata
Ma sopratutto perché sapere che la scuola "pubblica" (cioè rivolta e aperta a tutti gli abitanti "giovani" dell'Italia, e non "di proprietà dello Stato") è una cosa seria ed importante, pare faccenda che, dal ministro signora Gelmini a quasi tutti gli altri che scrivono nei giornali, nessuno vuole più sapere.
Ciao

Raffele Ibba



Mercoledì 21 Ottobre,2009 Ore: 12:22