Lettera
Lo scrivevo pių di un mese fa...

di Attilio Doni, Genova

Gentile direttore, in fondo non dispiace aver scritto a un dipresso, con più di un mese di anticipo, ciò che ha detto oggi il cardinale Bagnasco nella mia città. Ecco le sue parole: "La moralità non si stabilisce con il consenso nè con i numeri di pretese maggioranze...sembra che il bene e il male dipendano dall'opinione pubblica, cioè da ciò che gli altri, rappresentati come maggioranza, pensano sui valori. Come se ciò che è morale e immorale dipendesse, in fondo, dai numeri". Ed ecco la mia lettera, pubblicata da voi il 29 giugno 2009, e poi da Liberazione e da L'Unità: "Caro direttore, un collega, dopo una piccola discussione, mi ha detto: "Vedi che avevo ragione io? Guarda il sondaggio!". La moda dei sondaggi e i discorsi di chi, essendo a corto d'argomenti, si basa su di essi per far valere le proprie ragioni, ha fatto sì che molta gente si sia persuasa che l'opinione della maggioranza si identifichi sempre con ciò che è buono e giusto. Il presidente del Consiglio si mostra persuaso di essere nel giusto, poiché ha la maggioranza dei consensi. E' solo un paragone, ovviamente, però alla stessa maniera avrebbe potuto ragionare Hitler: se il popolo tedesco lo approvava, significava che lui era nel giusto. Il ministro Tremonti, intervistato da Lucia Annunziata (Raitre - 28 giugno) ha dichiarato: "Se gli Italiani alle elezioni europee ci hanno premiati col voto, significa che abbiamo fatto cose giuste". Può darsi, ma non è una regola matematica. Un governo potrebbe fare leggi, emanare decreti che convengono alla maggioranza, o che sembrano convenienti alla maggioranza dei cittadini, ma ingiusti, e a scapito di una minoranza. Esponenti della Lega, ad esempio, si mostrano persuasi d'aver fatto cosa giusta nel respingere barconi di disperati. La prova? Gli elettori del Nord li hanno premiati col voto. E la coscienza è a posto.
 Attilio Doni
Genova


Lunedė 10 Agosto,2009 Ore: 19:44