Lettera
Adultera peccatrice, salvo che...

di Renato Pierri

Gentile direttore, una lettrice, abbandonata dal marito e con un figlio adolescente, scrive sull'ultimo numero di Tustyle: "Un sacerdote mi ha detto che, volendo accanto qualcuno, dovrei cercarlo vedovo o celibe. Sono ancora giovane e i miei coetanei sono per la maggior parte sposati o divorziati: dovrò aspettare che muoia qualche moglie per incontrare la mia metà?". Il sacerdote  ha detto una pietosa bugia, o ha fatto una pietosa omissione. La Chiesa, infatti, considera il coniuge innocente abbandonato sempre vincolato al matrimonio, e quindi adultero qualora abbia una qualsiasi nuova relazione. Quindi la lettrice Alex, se trovasse un nuovo compagno vedovo o celibe, per non essere considerata peccatrice dalla Chiesa, dovrebbe "assumere l'impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi" (Familiaris consortio n. 84). La Chiesa basa la sua posizione sul Vangelo, dono del Signore, e non sulla ragione, pure dono del Signore. Poiché in questo caso c'è contrasto tra Vangelo e ragione, e Gesù non poteva essere irragionevole, significa che il suo discorso sulla indissolubilità del matrimonio (cf Mt 19) deve essere stato mal riferito dagli evangelisti o mal interpretato. Non è possibile, infatti, calpestare la ragione.
 
Renato Pierri
 
P.S. Per un non credente c'è un'altra possibilità: Cristo non era il Figlio di Dio, e quindi probabilmente fece un discorso sbagliato.


Venerd́ 10 Luglio,2009 Ore: 17:10