Islamofobia di stato nel libero Occidente
In campo con l'hijab: squalificata la nazionale iraniana di calcio femminile

di MAURIZIO MARTONE

Un articolo di http://www.agenziaradicale.com/


martedì 07 giugno 2011

120959978-8d4e8f1d-7f34-4de4-b762-2c2be84440d0.jpgDomenica scorsa, 5 giugno, nello stadio di Amman (capitale della Giordania) la nazionale iraniana di calcio femminile avrebbe dovuto debuttare contro la nazionale giordana, per la qualificazione alle Olimpiadi di Londra 2012.

Una partita che, se giocata e vinta, avrebbe significato molto più che un passo in avanti verso la qualificazione; avrebbe significato la realizzazione di un sogno, dopo una lunga strada in salita per le giocatrici della nazionale e, in più, un’affermazione agli occhi dell’opinione pubblica mondiale. L’emozione, però, è durata solo pochi minuti, giusto quelli per dare modo al commissario di gara, delegato della FIFA, di entrare in campo ed invitare le donne iraniane a liberarsi il capo dallo hijab.

Una condizione impossibile da soddisfare per le giocatrici, poiché la religione islamica glielo vieta. Quindi, dopo il primo ed unico rifiuto ricevuto, nessuna esitazione, nessun tentativo di patteggiamento e il commissario ha obbligato l’arbitro ad annullare la partita e a dichiarare la Giordania come squadra vincitrice.

La foto, testimone dell’evento, che in questi due giorni ha fatto il giro del mondo tramite il Web, mostra le donne della nazionale in lacrime, inginocchiate sulla bandiera del loro paese ed incredule per la “condanna” appena subita.

Il presidente della Federcalcio iraniana, Ali Kafashian, è rimasto più che sorpreso dall’accaduto e alla stampa ha dichiarato: “abbiamo avuto un incontro con i rappresentati della FIFA e pensavamo di aver trovato un giusto compromesso. Ora presenteremo una formale protesta e chiederemo che la partita venga giocata. Non so spiegarmi perché il commissario di campo, che è del Bahrein, non ha permesso alle nostre calciatrici di giocare”. Kafashian, nell’intervista rilasciata, ha fatto riferimento alle Olimpiadi Giovanili tenutesi lo scorso anno a Singapore, dove le donne della nazionale iraniana, dopo aver raggiunto un compromesso con la FIFA, poterono giocare con un normale cappellino, così da poter tenere i capelli raccolti.

Appare quindi strano questo ‘dietrofront’ della Federazione Internazionale e nel frattempo i media, a difesa della nazionale iraniana, mostrano situazioni simili, ma in sport diversi come il rugby, il tennis e la canoa-polo, dove alle donne è stato permesso di partecipare indossando il velo o, comunque, si è tranquillamente arrivati a situazioni di compromesso.

MAURIZIO MARTONE

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Mercoledì 08 Giugno,2011 Ore: 15:40