Islamofobia
Un pastore USA vuole bruciare il Corano l'11 settembre

di Red

Terry Jones, pastore del World Dove Outreach Center di Gainesville, Florida,  intende bruciare il Corano in occasione dell’11 settembre prossimo, anniversario del tragico attentato alle Torri Gemelle di New York del 2001. Secondo Jones, la sua sarebbe “una dimostrazione di forza" ed un "un avvertimento sulla minaccia rappresentata dall'Islam". Il suo gesto sarebbe motivato dal fatto che "Gli Stati Uniti – ha detto in una intervista - affrontano un nemico con il quale non si può dialogare”. Sembrano caduti nel vuoto gli appelli a non dare corso a questa azione sia del generale Petraeus, che comanda l’esercito USA in Afghanistan, sia del segretario della Nato Rasmussen. Per il sindaco di New York invece, bruciare il Corano sarebbe un “diritto costituzionale” che non può essere negato al pastore Jones e a chicchessia.
Questa la notizia dell’ennesimo attacco di islamofobia che saremo costretti a subire nei prossimi giorni.
Ovviamente non basta condannare o prendere le distanze da simili iniziative che non hanno nulla che possa in qualche modo riferirsi al messaggio evangelico, termine di cui spesso i pastori fondamentalisti americani si ammantano ma da cui sono evidentemente molto lontani essendo esso sinonimo di mitezza pace e amore.
Sarebbe necessario cercare di capire perchè una società come quella americana continua ad avere il bisogno di evocare nemici da combattere; servirebbe comprendere perché una nazione che si dice cristiana nella sua grande maggioranza sia oggi impegnata in molte guerre a livello planetario e con una produzione di armi che potrebbe distruggere molte volte l’intero pianeta invece che in attività di pace e convivenza pacifica.
L’islamofobia è un sintomo preoccupante di una malattia ben più grave che affonda le sue radici in un sistema economico profondamente ingiusto, che consente a pochi individui di appropriarsi di tutte le ricchezze possibili e che così facendo sta distruggendo tutte le risorse naturali della Terra e riducendo alla fame e alla morte alcuni miliardi di persone.
Non si tratta allora solo di sconfiggere l’islamofobia ma anche il sistema sociale che lo ha generato e che genera tutti i razzismi di cui siamo continuamente vittime e contro cui bisogna continuare ad opporsi.

Non c’è alternativa al dialogo senza il quale l’umanità da sola porrà fine alla propria esistenza.

Per la notizia vedi : http://www.repubblica.it/esteri/



Mercoledì 08 Settembre,2010 Ore: 12:24