Islamofobia
Da 22 anni vive e lavora a Bologna ma gli negano la cittadinanza italiana

Avrebbe offeso la deputata del PDL Sbai


IL CASO

Diede della «cristiana» alla deputata Sbai
Perde il diritto ad ottenere la cittadinanza

Hassan Akrane, marocchino di 46 anni, vive e lavora a Bologna da oltre 20 anni

Aveva dato della «cristiana» alla deputata del Pdl Souad Sbai. E per questo ha perso il diritto a ottenere la cittadinanza italiana. È successo ad Hassan Akrane, marocchino di 46 anni che vive e lavora a Bologna da oltre 20 anni. L’episodio risale al 2006, quando Akrane definì Sbai «cristiana» all’interno di una mailing list: «Tu sei una donna molto cattiva - recitava il testo della mail -, nella vita non hai ancora capito niente, mettiti a pregare Allah, è molto meglio (...) sei uscita allo scoperto da sola come una massihia». Cioè, appunto, una cristiana. Per la tradizione islamica accusare qualcuno di essere cristiano significa dargli dell’apostata - cioè accusarlo di aver tradito la propria religione - un reato passibile anche di condanna a morte. Il 18 giugno di quell'anno fu condannato dal Tribunale di Bologna a pagare una multa di 40 euro per il reato di minaccia. Proprio per questo il ministero dell’Interno ha rigettato la sua istanza di concessione della cittadinanza, presentata nel 2002.

L'INTERROGAZIONE - Erano stati sei deputati del Pd, Rita Bernardini, Marco Beltrandi, Maria Antonietta Farina Coscioni, Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti, a presentare un’interrogazione sulla pratica, contestando soprattutto i lunghi tempi di risposta da parte del ministero. «Akrane è in Italia da 22 anni - si legge nella nota - si è perfettamente integrato nella nostra società studiando, lavorando e versando i contributi all’Inps». A loro ha risposto il sottosegretario per l’Interno Francesco Nitto Palma: «Akrane aveva un processo in corso già al momento della presentazione dell’istanza. E il 18 giugno è stato condannato per minaccia. Per questo abbiamo deciso di rigettare la sua richiesta di cittadinanza». Riguardo ai tempi della risposta Nitto ha replicato spiegando che la legge che prevede la sospensione della pratica in caso di procedimento vale «fino alla fine del procedimento stesso».
14 ottobre 2009

Notizia dal sito: http://corrieredibologna.corriere.it/

 

 



Domenica 14 Febbraio,2010 Ore: 16:16