Islam
Due vili attentati in Siria e in Francia contro la libertà del confronto.

La posizione della Tariqa Naqshabandiya Rajabiya (Italia)


di Tariqa Naqshabandiya Rajabiya (Italia)

24.10.2020
L’orribile assassinio ai danni di un insegnante della scuola pubblica francese da parte di un sedicente musulmano ceceno immigrato, che avrebbe voluto punire la sua vittima per aver mostrato ai suoi alunni le oramai famose caricature del Profeta*, ha sconvolto l’opinione pubblica. La nostra Tariqa Naqshabandiya Rajabiya condanna a priori e in tutti i casi la violenza di ogni genere sulle persone e le cose. Non esiste ragione per recare danno, sofferenza, o addirittura togliere la vita ad un essere umano, a prescindere dalla sua origine, opinione o fede, o dalle sue azioni. Il compito di assicurare l’ordine pubblico e la legge è dato da parte dell’autorità nazionale o locale alle istituzioni incaricate di farlo e il credente musulmano è tenuto a rispettare tale ordine politico, sociale e civile in un contesto in cui viene tutelata la libertà di culto senza discriminazioni.
Allo stesso tempo, in Siria, e più precisamente nella periferia di Damasco, il Mufti della città e della zona limitrofa, lo Sheikh Adnan ‘Afiuni, è stato ucciso da un vile attentato. L’alta autorità religiosa che era impegnata nei colloqui di pace tra il regime e l’opposizione, era un membro rispettato della nostra Tariqa, la Naqshabandiya Rajabiya, che in questi giorni muove i primi passi in Italia. Il maestro della nostra confraternita, Cheikh Mohamed Rajab Dib, residente a Damasco, è l’ultimo di una catena sapienziale (Silsila) della quale ha fatto parte anche il compianto Cheikh Ahmed Kaftaro, rispettata autorità in campo religioso, anche lui criticato per essere stato il Mufti.
Nel passato recente altre personalità religiose islamiche, nella stessa Siria con Cheikh Ramadan Al-Bouti, e diversi (come lo Cheikh M. Bouslimani in Algeria, ucciso dai suoi studenti membri dell’opposizione armata) o in altri Paesi come la Somalia, hanno pagato con la vita il loro impegno. Mausolei, tombe, luoghi d’incontro di Sufi, luoghi e simboli di culto ebraici e cristiani o di altre religioni, librerie e siti archeologici, sono stati distrutti perché considerati contrari alla visione distorta della nostra tradizione religiosa e culturale. L’oscurantismo è l’assassinio della vita e la morte dei cuori, e ci ricorda che è tra i significati del concetto di “kufr” che viene spesso tradotto erroneamente con “miscredenza”.
Cogliamo questi avvenimenti come spunto per ribadire la nostra posizione e pratica, ferma e senza tolleranza alcuna, della nostra comunità religiosa e spirituale, che ci tiene lontani da ogni azione personale e sociale violenta o destabilizzante che possa avere delle ripercussioni individuali e/o politiche. La pace sociale ci sta a cuore, così come la pace interiore di ogni singolo.
L’irresponsabilità di un singolo o ancor peggio di organizzazioni che si dichiarano apertamente o meno “islamiche” e, che in situazioni particolari, hanno adottato una scelta, una linea di condotta etica, sociale e politica, che hanno portato alla guerra civile, a rivoluzioni fallite, o lo smantellamento di un Paese e la sua distruzione, sono da condannare apertamente in quanto contrarie agli interessi dei musulmani e della popolazione intera. Essa ha dovuto soffrire per via di queste scelte fino all’abbandono del paese di origine e all’immigrazione in Occidente che hanno provocato la reazione di parte delle nostre popolazioni e di alcuni rappresentanti politici e opinion-maker.
Il Corano ci insegna che il cambiamento avviene dall’interno di ognuno di noi. “In verità Iddio non cambia la situazione di un popolo finché non cambia individualmente.” ci dice il Corano. Il cambiamento deve dunque avvenire dall’interno di noi, dal basso e non dall’alto della società, secondo i valori etici, morali e la spiritualità, l’amore. Dove c’è costrizione e violenza, non c’è amore. “Non c’è costrizione nella religione (din)”! Chi uccide una persona è come se avesse ucciso l’intera umanità, e chi salva la vita di una persona è come se avesse salvato tutta l’umanitàsancisce ancora il Corano.
I valori dell’amore, per la vita, e l’impegno per vivere individualmente e collettivamente queste virtù, sono fondamentali per noi della Tariqa.
“In una vita così corta come un mezzo sospiro, non piantate che amore!” diceva Rumi, e noi vogliamo più che mai, seminare, piantare, bagnare, potare, far crescere questa pianta con la speranza di poter raccogliere e mettere a disposizione di tutti coloro che lo vorranno i frutti di questo sforzo (jihad) amorevole, Iddio volendo.


Sabato 24 Ottobre,2020 Ore: 14:22