Elezioni in Marocco anche qui l'islam è la soluzione
di Amina Salina
A contendersi i 395 seggi i parlamento, vi sono 33 formazioni politiche. Gli islamisti legali sono il primo partito con poco meno di cento seggi ma solo il quarantacinque per cento ha votato la metà dei marocchini hanno votato ieri per le elezioni politiche dopo le riforme di facciata che Mohammed VI ha fatto approvare e le gigantesche manifestazioni antiregime che continuano ad opera del Movimento 20 Febbraio. Queste elezioni sono state boicottate da gran parte della società civile poiché tutti i partiti sono obbligati a riconoscere la nuova Costituzione che non raccoglie le richieste del Movimento 20 Febbraio e che da un potere spropositato al monarca. «Ci garantiscono che quest'anno non ci sarà corruzione, che tutto è trasparente e c'è molta credibilità, che tutto andrà bene sugli autobus e i marciapiedi, per non parlare delle scuole, degli ospedali, delle università», mentre i servizi sono sempre più privatizzati i salari infimi mentre aumenta la ricchezza della famiglia reale e dei suoi amici. Come dicono con sarcasmo i blogger marocchini: che giudicano «non democratica» la nuova Costituzione e denunciano la persecuzione degli attivisti che vengono incarcerati massacrati di botte e privati dei piu elementari diritti umani, non basta il voto per essere una democrazia. Secondo un rapporto di Human Right Watch, dal 20 ottobre scorso la polizia ha fermato più di cento persone e quotidianamente la polizia interviene brutalmente durante le manifestazioni di studenti o disoccupati arrivando a mettere le mani addosso agli imam come è accaduto alcuni mesi fa nel sud del paese.. Il sistema politico è bloccato da due tabù, quello del riconoscimento del potere della dinastia alauita per diritto divino e quello della cosiddetta integrità territoriale, grazie al quale il regime alauita ha risolto i suoi problemi economici scaricandoli addosso al popolo sahrawi, un popolo occupato militarmente e sfruttato economicamente che da quarantanni chiede una autonomia negata. In Marocco non ce una tirannide vera e propria come in Tunisia ai tempi di Ben Ali. C'è un regime che si dice democratico ma in cui continuano a scomparire gli oppositori come nella Russia di Putin ed in cui il maggior partito del paese, l Adl wal Ihsan cioe Giustizia e Carità, e illegale perché non riconosce il carattere sacrale della monarchia. Gli islamici legali del partito Giustizia e Sviluppo ,che avevano poche decine di seggi alcuni anni, fa sono diventati il primo partito del paese. ''Il nostro partito supera di gran lunga i suoi rivali nell'insieme del paese'', ha detto Hassan Lamrani portavoce della campagna elettorale del Pjd. Il Partito rivendica inoltre di aver vinto oltre cento seggi e parla di una ''svolta storica''. Anche il Marocco avrà un primo ministro membro di un partito islamico seppur filomonarchico. Domenica 27 Novembre,2011 Ore: 15:17 |