La fratellanza
di Cinzia Aicha Rodolfi
LA FRATELLANZA TRA i POPOLI e per noi donne tra tutte le donne , mano tesa e sorriso cordiale
Fonte Blog La Voce Delle Donne Musulmane …
La storia dell’uomo dalle origini rileva dinamiche costanti che non sono un casuale alternarsi di fatti e azioni, culture e popolazioni che nascono e scompaiono, bensi’ il Volere di Dio e la Sua Sunna:“La Rivelazione scritta è attraversata da storie di comunità umane diverse per cultura, costumi, abitazioni, sistemi sociali o politici e quindi anche religioni. Attraverso la Storia degli uomini, la storia delle profezie evidenzia la doppia realtà della diversità e della regolarità… Dietro l’apparente diversità o addirittura il disordine delle questioni umane, esistono quindi delle costanti e dei principi immutabili che permettono di stabilire preventivamente una griglia di lettura del mondo, un metodo e delle categorie esplicative. Al di là della nostra percezione, la Storia umana risponde a una logica interna, come aveva sostenuto Ibn Khaldûn nella sua opera al-Muqaddima (Introduzione, Prolegomeni), quando elencava i principi delle fasi e del ciclo delle civiltà. Il Corano ripete spesso questa verità della coerenza e del ritorno dello stesso dietro le apparenze di una Storia senza logica né armonia e che sarebbe apparentemente impossibile ridurre a un approccio scientifico… L’intelligenza umana deve poi leggere la realtà del mondo, coglierne il significato e desumerne la grammatica:
“Già avete avuto esempi in antico ; vagate sulla terra e guardate…” Corano.
La fratellanza si desume da parole come queste e dal continuo richiamo nelle Fonti al rispetto e al dialogo che ci rafforza nella lotta per il bene e la giustizia e ci rinfranca nella solidarieta’ con gli oppressi ;
Le fonti cristiane, che noi accettiamo nei contenuti senza alcuna riserva, non dicono forse: “Ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25,35). “Tratterete lo straniero che risiede fra voi come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso”, (evitino 19,33-34 e, nel Deutoronomio 10,19 ) “Amate lo straniero perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto”, fino a “Non dimenticate l’ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli”.( Lettera agli Ebrei 13,2) percio’ non e’ possibile possa esistere discriminazione e intolleranza tra le genti della Fede MOnoteista . ( PatriziaKhadijaDalMonte)
Mai tanto come oggi, e sicuramente sempre di piu’ domani, si sente forte “la paura” nei confronti dell’altro che e’” il diverso” , colui che arriva da un altro continente, da un’altra cultura , parla un’altra lingua e pratica per l’appunto un’altra Religione.
Psicologicamente parlando la popolazione occidentale del terzo millennio, cullata da genitori e nonni nell’eccessiva ricerca consumistica di beni e status symbol, cresciuta nella bambagia dei grandi dopoguerra, rifiorita grazie al boom economico …. manca di fiducia in se’ stessa, percio’ di fiducia negli altri, di fiducia in Dio e/o nell’Uomo e/o nell’avvenire.
“….. il timore, il dubbio, il sospetto ci stanno colonizzando silenziosamente il cuore e lo spirito : l’altro è allora la nostra immagine al negativo, la cui differenza permette di definirci ,
di « identificarci » e, in fondo, di sentirci un po’ rassicurati.”
(Tariq Ramadan- L’Autre En Nous… Une Philosophie du Pluralisme)
L’esigenza di una parte consistente di italiani nello specifico nostro, a proporre l’insegnamento del dialetto a scuola denota questo timore di perdere il contatto con le proprie radici, in un mondo sempre piu’ mutietnico / multiculturale percio’ di conseguenza multilinguistico.
Dimostra altresi’ la debolezza dei valori interni che se fossero forti non avrebbero nulla da obiettare ad incontrarsi con la diversita’ , quando invece biasimano l’accoglienza di quest’ultima col suo seguito culturalistico e le naturali differenze di retaggio sia Religioso che folkloristico ,ostacolandone la pratica e i costumi se nel rispetto delle leggi del paese ospitante.
Una profonda acculturazione storica e Religiosa ( per gli uomini di Fede) puo’ essere la base per una successiva apertura all’incontro e dialogo con “il diverso”, e con lo straniero.
Quando i cristiani dicono : noi partiamo dalla certezza di sapere chi siamo , e poi prescindono dall’approfondimento di questa conoscenza ovvero tralasciano passi delle loro Fonti dove si sottolinea appunto la fratellanza , e si dimenticano che e’ loro obbligo dogmatico la solidarieta’ e l’accoglienza , non colgono uno degli insegnamenti fondamentali di Gesu’ ( pace su di Lui) e sviliscono percio’ il messaggio nell’insieme.
A nulla o ben poco varra’ lo sforzo anche rigoroso di colui che pratica la sua Religione se dimentica la sofferenza del suo prossimo, se quando sul suo cammino incontra un bisognoso non lo soccorre, se va a letto sazio sapendo che vicino a lui c’e’ una creatura di Dio che soffre la fame , che ha necessita’ del suo aiuto ,buon tramite per compiere il bene che il nostro Signore ci concede.
Fratellanza nel bene e nel male, nell’amicizia e nella discordia; fratellanza nella diversita’ ed anche nell’opinione differente, ove lo scontro critico e analitico deve soccombere davanti al vero bisogno urgente e si dipana nel nulla quando siamo chiamati a poter aiutare chiunque sul nostro cammino e consapevoli di essere fortunati se Allah ci mette sulla nostra strada persone alle quali possiamo dimostrare concretamente la nostra opera.
Possa percio’ essere il Dialogo Cristiano-Musulmano , un ripensamento fortemente coscienzioso , puntualizzare in modo etico/religioso il risveglio di un umanita’ assopita e chiusa nell’indifferenza e nell’individualismo , un coerente e compatto sforzo civile e civico tra tutti gli uomini di buona volontà affinché si approcci concretamente la questione della presenza straniera con rispetto e riconoscimento dello sacrificio che da quel comparto viene allo sviluppo e alla sicurezza collettivi.
Fiduciosi in Colui al Quale appartiene ogni potere, con le parole del nostro profeta Muhammad, che ingiuriato e respinto, nell’anno della tristezza, dopo il fallimento di Ta’if, pregò così:
“Mi rifugio in Te, Signore, [afflitto] dalla mia debolezza e dalla mia impotenza. Tu sei il Dio dei deboli, Tu sei il mio Signore e il mio Dio. Mi abbandonerai a stranieri nemici? Se non ho suscitato il Tuo corruccio, non temo alcunché. Mi rifugio nella Luce del Tuo Volto che ha illuminato. Non c’è forza e non c’è potenza se non in te”. Amin
Si evince forte e chiaro che anche la donna musulmana come l’uomo deve avere un evidente e visibile rispetto e sensibilita’ per tutti coloro che non sono musulmani , perche’ Creature di Dio e viceversa ci si aspetta lo stesso riconoscimento soprattutto da coloro che si dichiarano Cristiani.
Noi per prime italiane nel nostro paese dovremo essere un tramite e una mano tesa , un saluto cordiale e una disponibilita’ illimitata , dimostrazione di un apertura al dialogo ed alla conoscenza .
La lode spetta ad Allah Altissimo , Signore dei Mondi
CinziaAicha
Lunedě 27 Dicembre,2010 Ore: 15:58 |