Una lettera ed una risposta sul Ramadan

di Renata Rusca Zargar

Gent.mo direttore,
nel n. 12 di LM MAGAZINE (20 agosto 2010, supplemento al n. 56
di www.lucidamente.com - Rivista mensile di cultura ed etica civile 
pubblicata da inEdition editrice – www.inedition.it – e diretta da Rino Tripodi)
è stato pubblicato il brano che segue al quale mi è sembrato giusto rispondere anche in relazione all’atmosfera che si respira in Italia. Ho inviato la risposta alla rivista in questione e la invio anche a al vostro giornale, se le potesse interessare.
Renata Rusca Zargar
 
I PARERI DEI LETTORI
 
RAMADAN E IPOCRISIA – Da pochi giorni è iniziato il Ramadan. Molte amministrazioni locali italiane, le stesse che quando si tratta di feste cattoliche se ne stanno rigorosamente zitte, hanno fatto gli auguri ai figli di Allah. Il Ramadan, giova ricordarlo, è quella pratica che obbliga i praticanti musulmani ad astenersi dall’alba al tramonto dal mangiare, dal bere, dal fumare, e dal praticare attività sessuali. In molti paesi islamici, e questa la dice lunga sul concetto di libertà vigente nell’islam, chi trasgredisce è accusato di empietà massima e conseguentemente sanzionato penalmente. A parte che non è chiaro che c’entra il fumare con il “vademecum” del buon islamico, quello che si ignora, è che appena il sole tramonta, i fedeli della mezza luna riprendono tout court le “attività” dismesse. I buongustai a gozzovigliarsi senza limiti e i “focosi” a copularsi le quattro mogli (chi se le può permettere) troppo a lungo (dalla mattina alla sera) trascurate. Se qualche pratica analoga venisse contemplata anche dalla religione cattolica, i soliti laicisti (leggasi anche coloro che vedono di buon occhio tutte le religioni fuorché quella cristiana) l’accuserebbero di ipocrisia e “ridicolaggine”. Ma dal momento in cui è praticata dai discendenti del poligamo (e seduttore di minorenni) Maometto, tanto di cappello e auguri assicurati. (Gianni Toffali – Verona)
 
Gentile redazione di “Lucidamente”,
mi sono stupita molto che abbiate pubblicato ne “I pareri dei lettori” il brano “Ramadan e ipocrisia” così fortemente offensivo e razzista. Non metto certamente in dubbio che ognuno possa esprimere la propria opinione, ma sicuramente può farlo su soggetti che conosce, altrimenti è solo una dimostrazione di insulsa stupidità. Chi mai farebbe, ad esempio, la critica letteraria di un autore che non ha mai letto? Ma oggi, in Italia, si può dire (e fare) qualsiasi cosa, purché sia contro i musulmani, per dimostrare quanto siano inferiori alla bella e santa civiltà “occidentale” (non si è già fatto così con gli ebrei?).
Io, ovviamente, sono musulmana e per diventarlo ho anche studiato, oltre che essere stata spinta dall’amore. Naturalmente, sto praticando il Ramadan (come da molti anni, ancor prima di diventare musulmana per fare compagnia a mio marito che era solo a digiunare, lontano dal suo paese e dai suoi cari) e cerco, come d’obbligo, di riflettere sui miei peccati, le mie mancanze, le mie debolezze, nella speranza che Dio mi perdoni e che aiuti, magari anche per mezzo del mio sacrificio, le persone che più amo. Provando la fame e la sete, sono più vicina, inoltre, a quanti la fame e la sete la soffrono tutto l’anno, molti schiacciati da potenti e dittatori sostenuti da questa bella civiltà! Posso garantire, però, ai lettori, che chi fa davvero il Ramadan e di giorno deve lavorare, non ha certo la forza di divertirsi e gozzovigliare la notte. Anzi, dopo il pasto, perde completamente le forze e deve anche pregare. Per quanto riguarda il fumo, un buon musulmano, in realtà, non dovrebbe mai fumare perché è un vizio che danneggia il suo corpo e la sua salute, anche se l’esplicita proibizione non esiste perché al tempo del Profeta non si fumava.
Quello che mi ha colpito di più, nelle parole della lettera, è il dileggio per la fede altrui. La fede viene dal cervello ma soprattutto dal cuore: chi crede imposta la sua vita sul sentimento che ci sia qualcosa che vada oltre un’esistenza che non può essere solo quella di marionette assetate di potere e denaro, disperse alla fine nel nulla. Noi non sappiamo se davvero ci sia qualcosa oltre la morte, ma il miracolo della fede ci aiuta a lasciare qualcosa di buono in questo mondo per renderlo migliore. Poi, saremo premiati nell’al di là, se esiste, e se non ci sarà nulla, il premio sarà quello di ogni giorno che viene dalla felicità dell’aver sparso semi di amore e non di odio, di incontro e non di scontro, di voglia di conoscere e non di rifiuto. Noi siamo tutto questo: “l’eredità di affetti” di cui parlava Foscolo. Disprezzare la fede degli altri è colpirli al cuore, è esporli alla denigrazione e all’umiliazione. Mi viene in mente quando i nazisti e i fascisti dei campi di concentramento facevano prima di tutto spogliare le persone pubblicamente, per annullarle, per distruggere la loro dignità.
E poi perché insultare il credo altrui, il Profeta nella cui parola crede più di un miliardo di persone? In nome di cosa? Di Gesù? Mai Gesù avrebbe umiliato qualcuno!
Per ultimo mi domando dove viva l’attento lettore. Le autorità non fanno gli auguri per Natale e Pasqua? Qui a Savona lo fanno sicuramente e anche a livello nazionale, mi risulta. Persino, mi sembra, che ormai siano diventati tutti baciapile (anche i vecchi comunisti mangiatori di bambini) per fare felice un elettorato di atei che sbandiera crocifissi ad ogni piè sospinto!
Come ho già scritto molte volte, sarebbe davvero auspicabile per noi musulmani vivere in un paese davvero cristiano, rispettoso di Cristo, del Crocifisso e del suo messaggio.
In tale paese, prima di tutto, non ci sarebbe neppure un razzista!
 
Prof.ssa Renata Rusca Zargar
Coautrice insieme a Zahoor Ahmad Zargar dei libri:
L’ISLAM POSSIBILE IN ITALIA, Bastogi, 2005
PAURA DELL’ISLAM, Caravaggio, 2008

 

 


Sabato 21 Agosto,2010 Ore: 15:43