Insegnamento della religione islamica nella scuola pubblica: perchč sė

di Hamza Roberto Piccardo

ott 19th, 2009
Dopo il presidente operaio, imprenditore e quant’altro, il nostro governo si fregia anche di un ministro dell’interno teologo. Roberto Maroni infatti si oppone alla saggia proposta di Urso a proposito dell’insegnamento delle religione islamica nelle scuole pubbliche perché a differenza della religione cattolica l’islam non avrebbe dogmi, e da questa affermazione denota la sua totale incompetenza in materia.
L’islam ha i suoi dogmi precisi e inequivocabili che non possono essere stravolti da nessuno, l’unicità di Dio, la provenienza divina del Corano, la missione del Profeta Muhammad, il Giudizio finale e la vita ultraterrena (per citarne solo i principali). Maroni forse pensa al sacerdote che gli insegnò (male io credo o lui male la capì) la religione cattolica, e pensa ad un imam in cattedra. Noi invece pensiamo a insegnanti di religione islamica, formati in Italia e in italiano, su programmi ministeriali, che impartiscano un insegnamento che ai principi dottrinali affianchi quelli etici della solidarietà, della convivenza pacifica, e quelli spirituali dell’amore per le creature come segno dell’amore per Dio.
Sostengo da anni che per quanti sforzi l’associazionismo islamico in Italia possa fare, non riesce a raggiungere se non un’infima percentuale delle centinaia di migliaia di giovani musulmani e pertanto, oltre che per garantire un’insegnamento medio ed equilibrato, non possiamo che salutare con soddisfazione la proposta del vice ministro Urso.  Questi scolari e studenti infatti, che non si avvalgono, per ovvie ragioni, dell’insegnamento della religione cattolica, rimangono quindi spesso tagliati fuori da qualsivoglia proposta religiosa che non sia quella consuetudinaria familiare, il più delle volte debole e insufficiente.
L’esempio della Spagna che ha redatto e adottato un programma scolastico completo per l’insegnamento della religione islamica nella scuola pubblica potrebbe essere un valido punto di riferimento per chi volesse affrontare responsabilmente la questione senza contrapposizioni ideologiche o immotivati timori. Quelle centinaia di migliaia e migliaia di giovani musulmane e mussulmani che stanno crescendo nel nostro Paese si aspettano risposte chiare e eguaglianza di fronte alla legge.


Lunedė 19 Ottobre,2009 Ore: 14:46