Inchiesta
I gratta e vinci sbarcano nei supermercati COOP

di Davide Pelanda

Una scelta non in linea con la carta dei valori delle cooperative di consumatori


Ringraziamo l'amico Davide Pelanda per averci messo a disposizione i seguenti documenti sul tema del gioco d'azzardo legale che si sta diffondendo sempre più e che per centinaia di migliaia di famiglie è diventato un incubo. Il primo documento è una lettera inviata alla COOP sulla installazione a Ciriè (Torino) di un distributore automatico di gratta e vinci che non sembra essere affatto in linea con i principi ispiratori delle COOP. La lettera è firmata da Davide Pelanda, Daniela Capitanucci e Filippo Torrigiani. Gli altri due documenti in allegato sono due inchieste di Davide Pelanda sul tema del gioco d'azzardo.

Lettera alla COOP

Prot. int. AND N° 148 del 29.12.11

Al direttore
Fabio Spagnolo
IperCoop Ciriè
fabio.spagnolo@novacoop.coop.it
VIA ROBASSOMERO 99
10073 CIRIE' (TO)

Alla Coop-Lombardia
filodiretto@lombardia.coop.it

Alla Coop Toscana

Alla Stampa

OGGETTO: Coop e Gioco d’azzardo Legale: vendita di Gratta e Vinci, consumo in linea con la carta dei valori di Coop?

Buon giorno

Abbiamo appreso che presso l’Ipercoop di Ciriè (TO) è stato installato in questi giorni un distributore automatico di gratta e vinci.

Guardiamo con preoccupazione a tale iniziativa commerciale perché non in linea con i valori di Coop nei punti di seguito dettagliati.

Secondo il dettato dei propri Padri fondatori1, “le Cooperative si ispirano all’etica della responsabilità sociale.
La cooperativa lavora a vantaggio di tutti i consumatori e della comunità.
E’ impegnata nella difesa dei diritti e degli interessi di tutti i consumatori nella difesa della salute.
La cooperativa appartiene ai soci, primi destinatari e protagonisti del percorso di sviluppo umano e creazione di valore che ispira l’attività cooperativa.
Tutti sono parimenti impegnati per la realizzazione degli impegni che la Cooperativa si è assunta con la carta dei diritti.
Si impegna a rappresentare gli interessi dei consumatori nel mercato e nella società.
Si impegna a offrire a tutti coloro che si rivolgono ai suoi servizi prodotti di qualità, sicuri e il cui uso sia in armonia con la natura.
Si impegna a produrre le giuste informazioni in un ambiente amichevole, così che ognuno possa compiere scelte libere e responsabili.
La Cooperativa promuove una cultura del consumo in cui le scelte non corrispondano solo a un bisogno, ma che siano una affermazione di identità, una espressione di valori e convinzioni.
La cooperativa si impegna a scegliere i prodotti cercando il giusto equilibrio di prezzo, servizio, sicurezza e qualità. I prodotti lontani da questi requisiti non sono messi in vendita.
La Cooperativa fa parte della comunità e dà il suo contributo per migliorarne le condizioni materiali, morali e culturali.
Produce informazioni ed elaborazioni sull'economia, sui consumi, sulla distribuzione, sulla cooperazione, sulla democrazia economica2.
La cooperativa si impegna a difendere nell’ambito del proprio progetto imprenditoriale i diritti diffusi in campo di salute pubblica e di sostenibilità.
La Cooperativa ritiene vitale per la comunità lo sviluppo di una cooperazione democratica, unita e efficiente, con scopi di mutualità, di solidarietà verso i più deboli e svantaggiati, di equità e di benessere e senza fini di speculazione privata.
La cooperativa si impegna a collaborare con associazioni di persone con lo scopo disinteressato di soccorrere i più deboli e svantaggiati, di aiutarsi vicendevolmente, di diffondere cultura.
Con esse confronta i propri obiettivi, nel rispetto delle specificità ideali, religiose e culturali e delle autonomie di ciascuno; partecipa insieme con tali associazioni a iniziative e campagne di informazione ed educazione volte alla prevenzione del disagio sociale, all'educazione ai consumi, alla difesa della salute, dell'ambiente e dei diritti di cittadinanza.”

Proprio nel Rapporto Coop 2011 su ‘Consumi e distribuzione’ presentato nel settembre 2011 a Milano dai vertici di Coop Italia emerge che l'Italia è “un paese senza fiducia”, dove le famiglie guadagnano di meno e perdono potere d'acquisto, dove i consumi diminuiscono a livelli inferiori rispetto a 10 anni fa, e in cui l'unica speranza rimasta sembra essere quella nei giochi e nelle lotterie; qui le spese sono in continua crescita, tanto che nel 2011 hanno superato quella in abbigliamento, arrivando al 60% della spesa alimentare. “L'accelerazione dell'inflazione - nota il rapporto - la debolezza del mercato del lavoro e ora la manovra depressiva per consolidare la finanza pubblica hanno fatto piazza pulita dei deboli segnali di recupero captati a inizio 2011”. Nel dettaglio, il reddito a disposizione delle famiglie è tornato indietro di un decennio. I consumi, base 100 nel 2000, sono scese a quota 97 nel 2010. Circa l'80% delle famiglie è convinta di vivere al di sotto o sul limite di uno standard appena accettabile, a fronte del 44% della Germania e del 54% della Francia. Il potere d'acquisto delle famiglie è calato del 7% in 10 anni, e ora l'aumento dell'Iva peserà per circa 7 miliardi di euro sui consumi annuali. Non accenna invece a diminuire la spesa in giochi. Gli italiani tentano sempre più la fortuna, avendo speso 54,4 miliardi di euro nel 2009, 61,4 nel 2010 (+12,8%) e 35,8 nel primo semestre 2011 (+19,3%), con proiezione a 73 miliardi a fine anno.

Ciò non accade per caso, dal momento che in meno di 10 anni lo Stato italiano ha messo mano al mondo dei giochi d'azzardo legali che è lievitato in modo spropositato dal 2002 ad oggi, e che per come è stato strutturato nonostante i proclami è assolutamente fuori controllo.

Esempi a suffragio di tale affermazione ci arrivano ogni giorno ormai da tutti i settori:
- infiltrazioni mafiose pesantissime nel gioco legale (vedasi relazione alla commissione parlamentare antimafia approvata il 5 ottobre scorso all'unanimità dal Senato)
- accesso ad azioni criminali da parte di insospettabili (vedasi poliziotto dipendente da slot machine che rapisce a fini di riscatto il figlio di un conoscente)
- pesanti cotè criminali collegati al mondo del gambling e delle scommesse (vedasi scandali in cui la procura di Cremona ha accertato la manipolazione dei risultati del calcio in relazione alle scommesse a giugno e riportato anche ieri)
- deflazione dell'economia (calo di altri consumi per l'assorbimento di oltre 70 miliardi di euro spesi in azzardo dagli italiani nel 2011)
- imposizione fiscale iniqua (l'iva sulle videolotterie è del 2% contro il 4% dell'IVA sul pane!)
- aumento dei giocatori d'azzardo minorenni nonostante i divieti (come rilevato dal CNR di Pisa in recenti indagini epidemiologiche nazionali)
- danni sanitari e sociali (2% della popolazione generale sono persone adulte che sviluppano la patologia dell'azzardo, si indebitano, sperimentano costi sociali e familiari, rischiano la perdita del lavoro, irretimento nel mondo della criminalità e dell'usura, ecc.) e assenza di garanzia di cura (il gioco d'azzardo patologico non è incluso nei livelli essenziali di assistenza)
- aumento della microcriminalità in prossimità delle istallazioni di gioco (furti alle sale slot, ai distributori di gratta e vinci, ai cambiamonete; usura, ecc.)
e molto altro ancora.

In particolare, il GAP (Gioco d'azzardo patologico) è una grave patologia che si sta insinuando nel nostro tessuto sociale, anche a causa di tale scellerata gestione delle politiche pubbliche adottate dal 2000 in avanti.

Pur essendo riconosciuta in tutto il mondo (l'Organizzazione Mondiale della Sanità già dagli anni ‘80 la annovera tra i disturbi psichici del controllo degli impulsi), questa patologia in Italia ancora non lo è.
Essa è assente dai Livelli Essenziali di Assistenza e chi si ammala, come pure i suoi familiari, rimangono in balia di se stessi e senza diritto alla cura e all'assistenza. Alcune regioni, come il Piemonte ad esempio, si sono accollati i costi della cura. Altre regioni, come la Lombardia, ancora non lo hanno fatto lasciando giocatori e familiari in balia di loro stessi.
Numerose amministrazioni comunali, confrontate con sempre più richieste di assistenza sociale e sussidi economici legati ad indebitamento per gioco d’azzardo legale, Gratta e Vinci inclusi, hanno cercato di porre argini agendo su regolamenti locali e sulla promozione di stili di vita sani.

Un giocatore patologico (che per definizione non è più libero di non giocare perché la patologia che lo affligge lo rende schiavo dell'azzardo, così come un tossicodipendente è schiavo dell'eroina) genera rilevanti danni a se stesso, ai suoi familiari e alla collettività intera in termini di salute, benessere economico, lavoro. Sovente sfocia in azioni criminali con grave danno per la comunità.

Non si deve pensare che le patologie da gioco si sviluppino solo in relazione a slot machine e scommesse. Il discontrollo può facilmente riguardare anche i gratta e vinci che per le loro caratteristiche di semplicità, accessibilità e feedback immediato tendono a rinforzare comportamenti compulsivi.
Una recente ricerca3 ha dimostrato che vi sono nella struttura grafica dei gratta e vinci alcune caratteristiche che favoriscono il generarsi di pensieri erronei relativi all’ illusione di vincite a portata di mano, atti a rinforzare la reiterazione ossessiva del consumo mediante l’acquisto consecutivo di ulteriori biglietti.
Non a caso proprio i Gratta e Vinci si collocano al secondo posto delle preferenze dei giochi d’azzardo praticati dagli italiani, assorbendo il 15% del totale dei consumi nel 20114.

Tutto ciò se messo a confronto con i principi fondanti della Coop rende inopportuna la vendita di qualsivoglia prodotto di gioco d’azzardo legale all’interno della Cooperativa, effettuata con qualunque forma - Gratta e Vinci inclusi - ricordando i principi valoriali già citati che debbono tracciare la strada maestra ispiratrice di ogni azione economica condotta da Coop: etica della responsabilità sociale, difesa della salute, sviluppo umano e creazione di valore, prodotti di qualità e sicuri (cercando il giusto equilibrio di prezzo, servizio, sicurezza e qualità), cultura del consumo in cui le scelte siano affermazione di identità, espressione di valori e convinzioni, impegno a difendere i diritti diffusi in campo di salute pubblica, a sviluppare solidarietà verso i più deboli e svantaggiati, partecipando alla prevenzione del disagio sociale, all'educazione ai consumi, alla difesa della salute.

Dal momento che è espressamente previsto che i prodotti lontani da questi requisiti non debbano essere messi in vendita si chiede l’immediata sospensione di vendita di tali prodotti e il non avvio in altri punti vendita Coop.

I firmatari (soci Coop):
Davide Pelanda5
davide.pelanda@yahoo.it

Daniela Capitanucci6
capitanucci@andinrete.it

Filippo Torrigiani7
f.torrigiani@comune.empoli.fi.it


  NOTE

1 Tratto da “La carta dei valori delle cooperative di consumatori”, approvata alla 2° assemblea nazionale dei delegati, Milano 26-27 marzo 2009.

2 Rapporto Coop 2011 su ‘Consumi e distribuzione’ presentato nel settembre 2011 a Milano dai vertici di Coop Italia.

3 Iori M., “Gratta e Vinci e illusione di vincita. Uno studio sperimentale”, in Atti del Convegno “Il gioco nella contemporaneità”, Vignola (MO), 16.12.11.

4 Fonte AAMS, Raccolta gennaio – ottobre 2011.

5 Davide Pelanda, Tessera Socio Novacoop n. 367930 - Giornalista free-lance presso numerose testate nazionali e piemontesi, insegnante e saggista ha al suo attivo cinque libri: Acqua, Emi, 2006, ‘A MUNNEZZA ovvero la globalizzazione dei rifiuti per l’editore Sensibili alle Foglie, gennaio 2008 con prefazione di Maurizio Pallante. Per le Edizioni Paoline di Milano nel maggio 2008 è uscito il libro LA FEDE NEL PIATTO – Saperi e sapori del cibo dei poveri scritto a quattro mani con Paola Bizzarri. In seguito, nella primavera 2009, è stato dato alle stampe un altro saggio per le Edizioni Effatà (Cantalupa) dal titolo La Chiesa e i rifiuti, a cui ha fatto seguito, nel giugno 2009, Il Cavaliere dell’Arcobaleno per la casa editrice torinese Ananke. E’ appena uscito MONDO RECLUSO – Vivere in carcere in Italia oggi editrice Effatà marzo 2010.

6 Daniela Capitanucci, Tessera Sociale Coop Lombardia n. 888898 - Psicologa psicoterapeuta, esperta in dipendenza da gioco d’azzardo; Presidente dell’Associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze di Gallarate (VA); Sito web: www.andinrete.it ; AND-Azzardo e Nuove Dipendenze è una associazione di promozione sociale lombarda iscritta ai registri regionali e provinciali delle associazioni di solidarietà familiare e di promozione sociale. Ci occupiamo dal 2003 di offrire supporto psicosociosanitario e legale alle famiglie in cui è presente una persona colpita da gioco d'azzardo patologico, oltre ad adoperarci nel territorio per promuovere sensibilizzazione sul fenomeno e condurre studi scientifici a riguardo.

7 Filippo Torrigiani, Socio Coop Firenze, è nato a Vinci (Fi) il 10 Febbraio del 1974. Dal Giugno 2009 è stato nominato Assessore del Comune di Empoli, incarico su nomina del Sindaco Luciana Cappelli. Le sue deleghe sono: Vivibilità, Città Sicura, Protezione Civile, Sicurezza Civica, Polizia Municipale, Manutenzioni, Parchi e Aree Protette, Consorzi Stradali e Idraulici.


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Gratta e Perdi. Quando lo Stato incoraggia nuove dipendenze.

di Davide Pelanda (FONTE: www.megachipdue.info)

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Gioco d'azzardo, droga di Stato

di Davide Pelanda (Fonte: www.nuovasocieta.it)



Giovedì 29 Dicembre,2011 Ore: 17:08