I diritti dei bambini e delle bambine

di Beppe Manni

Il 20 Novembre del 1989, le Nazioni Unite hanno pubblicato la carta dei diritti dell’infanzia.
Leggendo i 54 articoli ci vengono in mente i bambini del terzo mondo affamati, infermi, sfruttati; ai bambini soldato, alle bambine prostitute.
E i nostri bambini e le nostre bambine?
Art.6: diritto alla vita. Non parliamo di aborto, ma di possibilità di nascere oggi quando i giovani non riescono economicamente a formare una famiglia. O quando il figlio ‘unico’ non può avere fratelli e sorelle. Le adozioni sia italiane che internazionali sono scandalosamente lente e costosissime a causa di una legislazione che sembra privilegiare il tornaconto economico degli istituti italiani e dei mediatori intenzionali. I bambini vengono consegnati ai genitori richiedenti dopo anni di attesa e costi di migliaia di euro, quando il bambino è ormai in età scolare.
Art.24: diritto alla salute. Sembra che a Modena non ci siano problemi. Ma si pensa a fare strade, costruire case e parcheggi. E così anche se l’aria è monitorata e il verde pubblico pro capite è tra il più alto in Italia, la nostra città è una delle più inquinate d’Italia. Bronchiti, allergie, forme asmatiche infantili. Nessun bravo genitore pensa per amore dei suoi piccoli, responsabilmente a rinunciare qualche volta all’auto cosicché diminuisca lo smog.
Art. 28: diritto all’istruzione e all’educazione. I nostri bambini e bambine sono male-educati. Non solo perché genitori e nonni troppo permissivi creano spesso piccoli mostri prepotenti e scatenati, ma perché i mass media ai quali i nostri figli sono dati in pasto, distruggono nel pomeriggio e nella sera ciò che le maestre faticosamente insegnano il mattino. “Vi dovete voler bene, aiutare il compagno in difficoltà, accogliere il diverso” dicono le maestre. “Il nemico va ucciso; vinci se sei forte e prepotente, se ti svesti e ti prostituisci; sei più furbo se imbrogli; sei più rispettato se sei violento hai belle macchine e molte case; tenta la fortuna e guadagni più in una serata che in 50 anni di lavoro…” predicano i telegiornali, i violenti telefilm, i rissosi talk show e i giochi televisivi.
Art. 31: diritto al gioco e al riposo. Abbiamo molti parchi pubblici ma pochi cortili condominiali. Gli spazi sono occupati dai parcheggi e da bei pratini non calpestabili. Si vedono piccoli accompagnati dai nonni nei parchi, ma raramente trovi a giocare insieme ragazzini in età scolare. E poi quale tempo resta ai bambini e alle bambine che dopo i compiti, passano i pomeriggi a fare sport in palestra, catechismo in parrocchia e ancora inglese, musica ecc.? E infine la TV che occupa ogni spazio compreso la tavola quando finalmente la famiglia potrebbe parlare insieme.
Art 34: il diritto a non essere sfruttati. Si pensa alla società di ieri come a un’epoca primitiva, quando non c’erano giochi e vestiti, quando il bambino non era al ‘centro’ e veniva anche punito; addirittura dopo la scuola, lavorava alle volte in bottega o in campagna. Ma i bambini giocavano con altri bambini in strada liberi e sporchi, i giochi se li costruivano da soli e i cortili era gioiosamente chiassosi, pieni di amici. Oggi il piccolo ha la casa ingombra di brutti giochini elettronici, non ha spazi soffocato da genitori e nonni.
Triste fagotto ingessato in vestiti di marca, vanto di stupide mamme e orgogliosi papà. Inconsapevole oggetto, sfruttato dal mercato.
Beppe Manni
Pubblicato il 21 Novembre 2010 Gazzetta di Modena


Mercoledì 01 Dicembre,2010 Ore: 16:19