PAPA FRANCESCO ARRENDITI E DIMETTITI

di Beppe Manni

Gazzetta di Modena 9 IX 2018
Il card Viganò che chiede le dimissioni del papa perché avrebbe coperto la lobby di ecclesiastici gay guidata dal card McCarrik, è l’espressione di una congiura di destra che mal sopporta le scelte di Francesco che parla con le parole del Vangelo. Viganò, non cita altri fatti che scandalizzano: Marcinkus, lo IOR e la questione della banca vaticana o l’esibizione di sfarzo e ricchezza di cardinali e vescovi insensibili alle parole del concilio e del papa sulla povertà. Il Papa a Dublino ha chiesto perdono alle vittime di preti e vescovi: “Questo scandalo è un fallimento delle autorità ecclesiastiche…sofferenza vergogna…questo flagello va eliminato” dice. Sembra che in Irlanda il 30% delle donne e il 23% degli uomini da bambini hanno subito abusi dalla chiesa. Questo male tocca tutta la chiesa e se queste denunce emergono prevalentemente nei paesi anglosassoni, Germania Svizzera USA, dipende solo da una mentalità più aperta e laica. In Sud America e nei paesi cattolici europei si tace di più, si nasconde, si ha più paura. Più omertà. Si cede al ricatto. In Italia incombe il Vaticano. Non si parla mai del clero africano, molte volte alleato con i potentati locali, che ostenta sfarzo e ricchezza spesso concubino, alle volte con adolescenti cedute dalle famiglie.
Anche in Italia e nella nostra città dunque, si sono verificati casi di pedofilia tra i preti. E’ un flagello presente anche nelle famiglie ‘laiche’ ma la percentuale di delitti perpetrati da religiosi e religiose, vescovi e cardinali, è significantemente più alto. I vescovi dell’Emilia-Romagna hanno stabilito una commissione per ‘indagare’, in ogni diocesi.
Il Papa giustamente ammette, condanna, dice che farà pulizia. Ma è la sola ricetta quella della punizione e della repressione? Nella chiesa manca la trasparenza e la possibilità del dialogo. Lo scanalo continua e molti credenti si allontanano. I vescovi e il Papa in prima persona, dovrebbe chiedersi se questa piaga non sia strutturale, frutto di una cattiva educazione sentimentale dei preti o addirittura legata a “questa” figura di prete. Il presbitero “nuovo” dovrà essere espresso dalla comunità tra uomini e donne sposate o celibi, conosciuti per la loro moralità e capacità pastorali e amabilità. Non dipendenti dalla curia attraverso uno stipendio ma con una propria professione. Non si risolverà certamente il problema ma sarà senz’altro arginato.
Queste ‘cose’ stanno particolarmente a cuore a chi ama la chiesa e vorrebbe che non venisse sporcata la maggioranza delle figure di preti che si spendono per il bene della gente. E aggiungo una considerazione che scandalizza: la ferocia della condanna verso i preti pedofili suscita in me senz’altro profonda disapprovazione. Ma anche pietà: quei preti inquisiti si sono formati negli anni cinquanta in seminari oppressivi senza libertà e molti dei quali hanno accettato di fare i presbiteri caricandosi spesso ‘obtorto’ collo della legge obbligatoria del celibato. Essi si sono trovati a svolgere il loro ministero senza una sufficiente attrezzatura morale e psicologica per affrontare una società completamente cambiata. Ciò nonostante ne sono uscite splendide figure di preti intelligenti e testimoni del vangelo.  



Domenica 14 Ottobre,2018 Ore: 17:09