Tra il dire e il fare…

di Mario Pavan

Tra il dire e il fare ci sta di mezzo il mare” recitava un vecchio proverbio, che anche oggi ha la sua importanza. Eccome! Tanti, in troppi parlano e basta , parlano o meglio talora sproloquiano, specie i nostri cosiddetti “politici” quando invece basterebbero poche cose. Essenziali.Evidenti e che costituiscono la base della vita civile che noi, popolo, persone civili , vorremmo solo, in fondo in fondo, un po’ più giusta.
A quando il rispetto con gli obblighi di firma e di diretta e conseguente responsabilità per chi è preposto, o meglio, scelto per chissà quale investitura(?) a incarichi importanti e poi, magari, ruba? E a quando la sacrosanta” rimozione” per chi, troppo disinvoltamente, salta continuamente da un partito all’altro e magari indossa poi l’uniforme del giustiziere verso gli altri? A quando finalmente retribuzioni “normali” a chi occupa le sedi istituzionali? A quando il limite dei due mandati (senza pensioni e buonuscite immediate) per chi siede nel Parlamento e nei parlamentini vari e di svariati settori ?
La politica è diventata il mestiere del rinvio sine die , si susseguono creazioni di commissioni su commissioni d’inchiesta (senza arrivare aconclusioni serie) e non si vogliono applicare le leggi (che esistono e sono anche troppe!) contro chi non le rispetta o dovrebbe essere il primo a rispettarle e a spingere gli altri a fare altrettanto … con l’esempio?
Si dice che è terminato il tempo delle ideologie ma oggi mancano anche le idee, quelle grandi, forti che privilegiano l’uomo, nella sua dignità, nella sua libertà, nella sua capacità di talenti da sfruttare.
Determinati posti vengono tramandati per generazione ai soliti raccomandati e poi si dice di intervenire a favore dei giovani. Ma finchè i nostri giovani non vengono messi alla prova e resi responsabili e protagonisti a loro volta -come insegna ancora oggi il grande don Lorenzo Milani-tutto e sempre sarà come adesso , anzi peggio.
Per fortuna che a Roma un uomo, venuto dalla fine del mondo , sulla scia rivoluzionaria di un cambiamento, con la parola e l’esempio di vita, si sta muovendo. Al di là della mera e immediata simpatia, denunciando davvero il male del nostro vivere, fondato soltanto sull’avere, sulla violenza, sulla strapotere, citando la profezia di Paolo VI del 1967, nell’enciclica della” Populorum progressio”: i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Siamo stanchi di promesse, di parole abusate, vogliamo davvero, da spriti liberi, essere, innanzitutto, uomini e donne tutti d’un pezzo .Uomini e donne dell’annuncio incarnato di un Vangelo di gioia ma pure di giustizia perché la Storia insegna, da sempre, che senza la giustizia, non ci sarà MAI la pace. In ogni campo d’azione , in ogni rapporto, in ogni relazione. A tutti i livelli.
MARIO PAVAN , Vicenza.



Sabato 25 Ottobre,2014 Ore: 22:03