Una riflessione sulla recente santificazione di Giovanni Paolo II
Santo subito?

di Mario Mariotti

Per Fortuna che a certuni non vengono certe idee ... Guardando al clima politico-culturale che traspare dalla nostra TV, se Papa Francesco decidesse di candidarsi alle elezioni politiche italiane, non a quelle europee che avrebbero un esito, più incerto, si ritroverebbe ad essere, suo malgrado, anche presidente della nostra Repubblica, presidente del Consiglio, fondatore del rinnovato Stato pontificio includente la Santa Sede e la nostra beneamata Repubblica, virtualmente laica, i cui predecessori, avendo fatto lo sbaglio di aprire la breccia di Porta Pia, diedero il via al processo di clericalizzazione della nostra società e cultura, che oggi sta arrivando a compimento.
Bene; in questo clima di generale consenso a colui che oggi accarezza il pelo dal verso giusto a tutti quanti, senza porsi il problema che quando uno suona una musica che va bene a tutti, corre il rischio, secondo quanto dice la Parola di Dio, di essere vomitato da Lui, ecco una mia lettura dei segni dei tempi leggermente atipica. Poco tempo dopo la morte di Giovanni Paolo prese vita il movimento popolare il cui obiettivo si poteva sintetizzare nella formula: Santo- subito.
I fedeli-credenti volevano la beatificazione e la santificazione di papa Wojtyla in tempo reale, senza aspettare le lunghe procedure della Chiesa relative ai processi di beatificazione, che, a volte, possono durare decenni ed anche secoli. Io, da parte mia, sempre in tempo reale, mi ero autoqualificato segretario politico del movimento il cui obiettivo si poteva sintetizzare nella formula: Dannato subito. Il mio processo di dannazione si era avvalso di una liturgia molto semplice, veloce, del tutto gratuita; contrariamente a quella della santificazione, che oggi è costata sette milioni di euro, un mezzo dei quali a carico del Vaticano e sei milioni e mezzo a carico del laico Comune di Roma, e quindi della fiscalità generale, e quindi dei contribuenti italiani!
Perché questa enorme contraddizione fra il santo ed il dannato subito? Il motivo è molto semplice, talmente semplice da rimanere ignorato da tutti quanti. Io non potevo, e non posso perdonare a questo Papa il suo contributo al processo che ha portato alla dissoluzione del socialismo reale. Con la caduta del Muro di Berlino, infatti, non si è affatto aperta la strada alla concretizzazione della dottrina sociale della Chiesa, ma si è dato il via alla globalizzazione del capitalismo, del mercato e della competizione. I Paesi dell'Est sono stati consegnati a mammona; i loro cittadini prima fruitori di una povertà dignitosa, sono tornati a dividersi in ricchi e poveri, e così il Signore si è ritrovato, anche grazie al proprio vicario in terra, a servizio del principe maligno di questo mondo.
Il Vangelo infatti, anche se non distingue con chiarezza il soggettivo dallo strutturale, è netto nella condanna della ricchezza come condizione e il ricco epulone si trova nella Geenna non perché cattivo, ma perché cieco sulla sofferenza di Lazzaro; il giovane ricco rinuncia a seguire il Signore. Il motore del capitalismo è il Beati i ricchi, il progetto del Signore è il Beati i poveri per scelta; l'aver contribuito alla vittoria del capitalismo sul socialismo è stata una micidiale bestemmia antievangelica messa in atto dal Dannato subito, che S.R.Chiesa ha fatto santo dimostrando in questo modo, la propria alienazione e la propria collocazione dalla parte di mammona.
É anche vero che i primi responsabili della caduta del socialismo reale non sono stati Regan, la CIA, il Papa, Sindona e c. cioè i finanziatori di Solidarnosc, primo sindacato planetario a tradire i lavoratori e a lavorare per i padroni, ma sono stati gli stessi socialisti, compagni di fatto, ma capitalisti in pectore, che non hanno saputo difenderlo, che a causa della bassa produttività sono, diventati sfruttatori di loro stessi, che hanno permesso che il Beati i ricchi prevalesse sull'egualitarismo e sulla giustizia sociale.
Il Cristianesimo però,  che se venisse incarnato darebbe vita, strutturalmente, al socialismo, perché chi ama non accumula, ma condivide, avrebbe dovuto lavorare a favore e non contro il socialismo, e avrebbe dovuto denunciarne i difetti in quanto non coerente, in quanto non realizzato, in quanto non ancora socialismo. Tutto questo però è rimasto fantascienza; cristianesimo-capitalismo ha colpito ancora: ai cristiani per mammona si sono aggiunti i compagni per il capitalismo, sempre per mammona. Il fenomeno, ribadisco, denuncia soprattutto l'alienazione della Chiesa. La storia ha dimostrato che l'incarnazione coatta, il socialismo reale, non ha funzionato; ma lo specifico dei cristiani sarebbe l'incarnazione della condivisione scelta in libertà e praticata con amore, e quindi la storia dimostra l’ipocrisia, il fariseismo e l'alienazione di chi rifiuta di incarnare lo Spirito-Amore e fa fallire quell’utopia della fratellanza che cercava di farlo portando la giustizia e l'uguaglianza, sulla Terra, in questo mondo. Ecco, allora che appare chiaro il motivo per cui il sottoscritto ha officiato la liturgia di dannazione con destinatario colui che la Chiesa ha fatto santo, associandolo fra l'altro a quel Giovanni XXIII che si era caratterizzato ai suoi antipodi, perché era stato il Papa del dialogo col mondo, e quello che, con il Concilio aveva avviato la riforma e la conversione della Chiesa.
Ma poi, in fondo, non c'è da scandalizzarsi troppo davanti al precedente evento. La Chiesa aveva già fatto santo: Escrivà de Balaguer, padre spirituale del dittatore spagnolo Franco; e il cardinale Stepinac, cappellano di corte di Ante Pavelic. Oggi ha fatto santo colui che ha usato la CIA e la mafia per battere il socialismo e domani farà santo quel Pio XII che era talmente allergico al comunismo, da vedere in Adolfo Hitler quell'uomo della provvidenza che avrebbe dovuto salvare l'Europa cristiana dalla barbarie del comunismo ateo. Speriamo che per loro, San Pietro abbia preparato un salottino a parte, così possono giocare a carte ed evitare di incontrare le vittime delle loro iniziative evangeliche.
Per quante mi riguarda, non ci sono dubbi: Belzebù ha messo i termostati al massimo, e loro adesso sperano inutilmente che il ricco epulone condivida con loro quella goccia d'acqua che anche lui si è vista negata. Nel frattempo le badanti polacche, che hanno abbandonato la famiglia per venire a servire i nostri signori vecchietti, mente i mariti disoccupati a casa si cuociono il fegato con l'alcool e i figli si avviano a diventare come noi, staranno recitando il Rosario per loro, perché le aiutino a riconquistare quel socialismo che è stato sfilato dalle loro mani, occupate ad applaudire il, per loro, Santo subito....
Mario Mariotti



Venerdì 30 Maggio,2014 Ore: 18:24