ABBIAMO CREDUTO ALL’AMORE ( 1 Gv 4,16): MA  AL DIO ("CHARITAS") DI GESU’ ("LUMEN GENTIUM") O AL DIO ("CARITAS") DI COSTANTINO E DI RATZINGER ("DOMINUS IESUS") E DI BENEDETTO XVI ("DEUS CARITAS EST")?!  DI CHI SIAMO FIGLI E FIGLIE?! 
CONTRO LA GUERRA, MA IN NOME DI QUALE DIO?!  Digiuno per la pace? No, grazie! Un intervento di don Aldo Antonelli

PER NON ESSERE CONNIVENTE! Soprattutto per non ritrovarmi compagno di strada con quel Duca di Parma che di nascosto faceva assassinare i suoi nemici e pubblicamente ne adottava i figli diventati orfani: delitti privati e pubbliche virtù!


a c. di Federico La Sala

Digiuno per la pace? No, grazie!

di don Aldo Antonelli Parroco ad Antrosano e coordinatore di "Libera" per la Provincia dell’Aquila *

L’amico Don Paolo Farinella, da Genova, diffonde via facebook questa denuncia:

"Volevo anche io aderire all’invito di Francesco papa per un giorno di digiuno per la Pace in Siria, sabato 7 settembre 2013, mentre i G20 a San Pietroburgo, mangiano caviale e salmone e decidono la guerra o meglio la vendita di armi, sempre redditizia. Poi leggo che vi aderiscono: Mario Mauro, ministro italiano della guerra, sempre in quota CL, già Pdl ora montiano e favorevole alla grazia per Berlusconi; Formigoni Roberto, CL celestiale, non nuovo ai rapporti con i Dittatori e indagato anche lui e strenuo difensore di Berlusconi. Potrei continuare nella litania dei colpevoli che non dovrebbero nemmeno farsi vedere, se avessero un minimo di coscienza e di dignità. Invece...

A questo punto, più che un digiuno per la pace, mi pare un coffe break dalle larghe intese con delinquenti e guerrafondai e immorali in passerella da primo piano. No, il casino non fa per me!"

A ciò che scrive l’amico Paolo e che condivido, aggiungo che un vero e serio discorso sulla Pace non può non comprendere e coinvolgere anche il discorso "politica" e il discorso "economia". Una politica ed una economia che nulla hanno a che fare con l’affarume, politico ed economico, di CL, PdL e compagnia brutta!

E non per essere "puritano" e/o "schizzinoso". Ma per non essere connivente!

Soprattutto per non ritrovarmi compagno di strada con quel Duca di Parma che di nascosto faceva assassinare i suoi nemici e pubblicamente ne adottava i figli diventati orfani: delitti privati e pubbliche virtù!

Il fatto è che in un mondo complesso e dove tutto è correlato, diventa impossibile combattere certi flagelli senza metterne in discussione le premesse. Ancor più: non è possibile perseguire degli obiettivi singoli senza prendere in seria considerazione le precondizioni che li rendano affettivamente possibili.

Sarei curioso di sapere cosa direbbe e farebbe, nelle nostre condizioni, il profeta Isaia, che già nel mondo molto più semplice di allora (stiamo parlando di oltre 2800 anni or sono!), scriveva, a proposito di digiuno: non è questo il digiuno che voglio...avete le mani e i pensieri sporchi di sangue! "Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai!" (Is. 58,3).

In effetti, c’è tutta una letteratura impegnata che non fa comodo ricordare e che si ignora volutamente, ma che noi vogliamo risvegliare e porre in piena luce.

"Se la Pace è giustizia e carità perché la domandiamo nell’ingiustizia?...Forse fa orrore la guerra non perché è la guerra, ma perché turba le nostre abitudini di godenti", scrive don Mazzolari nel suo Diario (p.703).

Ma prima di lui, già Franklin D. Roosvelt scriveva che "Più che una fine della guerra vogliamo una fine dei principi di tutte le guerre".

Questo strettissimo legame tra la guerra e le sue premesse da una parte, e la Pace e le sue precondizioni dall’altra, è continuamente evidenziato e nel campo specifico dell’etica cristiana e nel più generale ambito del sociale e del politico.

Il teologo moralista, Giannino Piana, a tal proposito scrive: "La cultura della pace non può essere confusa con uno sterile utopismo, ma va collegata con l’impegno quotidiano a realizzare i necessari cambiamenti, sia sul piano personale che su quello strutturale o istituzionale, perché la proposta pacifista possa trovare concreta (anche se parziale) attuazione". (Rocca 14/10).

Senza questo necessario collegamento, con la politica e con l’economia, tutti i possibili discorsi sulla pace, da chiunque proferiti, diventano equivoci e dannosi.

"La parola Pace, denunciava padre Balducci negli anni 80, anche nella predicazione religiosa, è servita a legittimare disordini, gerarchie, dipendenze e quindi essa stessa gronda di responsabilità".

Noi da parte nostra non digiuniamo, ma continuiamo a lottare, a tutto campo e su tutti i fronti, convinti che una politica "altra" (più che un’altra politica), un’economia "altra" (più che un’altra economia) sono le premesse necessarie per una mentalità "altra" che apra la strada ad un futuro di Pace.

* L’Huffington Post, 06/09/2013


NOTE SUL TEMA:

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COSTANTINO, SANT’ELENA, E NAPOLEONE. L’immaginario del cattolicesimo romano.

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Venerdì 06 Settembre,2013 Ore: 21:57