ARCHEOLOGIA FILOSOFICA E TEOLOGICA: "IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS" (Gv., 1.1)! "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1 Gv., 4.1-8).
"IN PRINCIPIO ERA LA GIOIA", TRADOTTO "ORIGINAL BLESSING". VITO MANCUSO RIPRENDE IL LAVORO DI MATTEW FOX E, IN NOME DI GIORDANO BRUNO, APRE IL "CAMPO DEI FIORI". Una buona iniziativa per riaprire la discussione e il cammino. Un'intervista a Fox e una nota di Mancuso - con alcuni appunti

(...) Nonostante i suoi libri siano tradotti in 42 lingue, Matthew Fox è sconosciuto in Italia. Eppure il nostro paese avrebbe un motivo in più per interessarsi di lui, vale a dire il fatto di essere la patria di un altro ex frate domenicano che pure faceva paura al potere ecclesiastico e che per questo venne bruciato vivo il 17 febbraio 1600 a Roma in Campo de’ Fiori, Giordano Bruno (...)


di Federico La Sala

Appunti sul tema:

- Fox non è Lutero e Ratzinger ... non ha sbagliato!!!

95 TESI? NE BASTA UNA SOLA!

 

 

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Il tempo dell’anima

di Vito Mancuso (la Repubblica, 17 febbraio 2011)

Ci sono libri che mettono paura a chi detiene il potere. Forse anche così si spiega il paradosso di un bestseller pubblicato in America nel 1983, tradotto nelle principali lingue del mondo e che arriva in Italia solo ora col titolo In principio era la gioia.

L’autore, Matthew Fox, prima della pubblicazione era un padre domenicano, ma dopo venne espulso dal suo ordine dietro iniziativa dell’allora cardinal Ratzinger in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Così Fox commenta l’accaduto: «Dalla reazione esagerata di Ratzinger al messaggio di speranza, creatività e responsabilità di questo libro, ho imparato che la fazione patriarcale del Cristianesimo è legata a filo doppio con il peccato originale (...). Ha definito questo libro "pericoloso e fuorviante" e mi ha fatto espellere dall’ordine domenicano (...). Io sono convinto che a essere pericolosa e fuorviante sia la crescita del controllo patriarcale, del pessimismo, dell’antropocentrismo e dell’ideologia del peccato originale». Fox intende restaurare il più autentico cristianesimo in fedeltà all’ideale originario del fondatore, l’ebreo Gesù di Nazareth, per una spiritualità non-dualistica, amica di Dio e amica del mondo, fedele al mondo e proprio per questo fedele a Dio, la spiritualità della gioia quieta e della perfetta letizia vissuta da Ildegarda di Bingen, Francesco d’Assisi, Meister Eckhart, Giuliana di Norwich, Matilde di Magdeburgo, Teilhard de Chardin, Thomas Merton e molti altri grandi spirituali.

Nonostante i suoi libri siano tradotti in 42 lingue, Matthew Fox è sconosciuto in Italia. Eppure il nostro paese avrebbe un motivo in più per interessarsi di lui, vale a dire il fatto di essere la patria di un altro ex frate domenicano che pure faceva paura al potere ecclesiastico e che per questo venne bruciato vivo il 17 febbraio 1600 a Roma in Campo de’ Fiori, Giordano Bruno.

Pur nel rispetto delle proporzioni e senza voler fare in alcun modo di Fox un Bruno redivivo, vi sono tuttavia alcune concrete analogie: l’appartenenza all’ordine domenicano, l’ostilità della Chiesa gerarchica, l ’importanza della scienza per la loro spiritualità, l’interesse per le altre religioni, e infine il nucleo stesso della proposta spirituale che per entrambi si caratterizza come religiosità cosmocentrica basata su tre punti fondamentali: 1) immanenza di Dio nella natura e conseguente abbattimento del dualismo Dio-Mondo; 2) spiritualità come riconoscenza verso la vita; 3) lotta contro la cupa ideologia del peccato originale.

Con il libro di Matthew Fox si apre la collana fondata e diretta da Elido Fazi e me con il nome "Campo dei Fiori". I motivi che ci hanno spinto a questa iniziativa risiedono nella qualità spirituale del nostro tempo, un’epoca senza più una religione condivisa ma con una grande domanda di spiritualità. È precisamente questa domanda che la nostra collana intende laicamente interpretare. Al di là di chi vive la spiritualità come disciplinata obbedienza a un’istituzione e di chi, sul fronte opposto, nega la dimensione universalmente umana della ricerca spirituale, con questa collana intendiamo promuovere una spiritualità come fiducia nella vita, libertà critica, amore per la bellezza, comunione con la natura e con gli esseri umani.

Abbiamo chiamato la collana "Campo dei Fiori" in omaggio alla libera ricerca spirituale che condusse Giordano Bruno sul rogo dell’Inquisizione cattolica nella quasi omonima piazza di Roma. Prima e dopo di lui altri uomini e altre donne subirono la medesima sorte. Vennero uccisi solo perché avevano idee religiose diverse rispetto a quelle del potere ecclesiastico costituito. Uccisi in modo da procurare loro le sofferenze più atroci. Uccisi in modo che del loro corpo non rimanesse più nulla, le ceneri disperse nel Tevere o in Arno o nel Po, o semplicemente ammonticchiate con le verdure marcite e lo sterco degli asini e dei cavalli in un angolo della piazza dell’esecuzione, dove di solito si aveva un gran accorrere di popolo, e quindi di animali. Bruciandoli, si volevano impedire due cose: che sulla loro tomba si originasse un culto e che i loro corpi si ricomponessero nel giorno dell’ultimo giudizio al momento della "risurrezione della carne".

Sarebbe bello, oltre che giusto, che queste vittime del fanatismo venissero ricordate anche da coloro che oggi difendono la sacralità della vita, come monito esemplare per comprendere che non esiste

 

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«Sfido la Chiesa come Lutero»

intervista a Mattew Fox

a cura di Maria Antonietta Calabrò (Corriere della Sera, 17 febbraio 2011)

«Non peccato originale», non umanità caduta, ferita, e poi redenta da Gesù Cristo. Ma un Dio creatore panenteistico (presente in tutto e in tutti). La morte come fatto naturale, parte del ciclo vitale e non conseguenza del peccato di Adamo. «La benedizione originaria» della creazione sopravanza la Redenzione. Sono le tesi espresse nel libro di Matthew Fox, intitolato appunto Original Blessing, che uscì in America nel 1983 e ora viene tradotto da Fazi in Italia con il titolo In principio era la gioia. Un testo nel quale la tradizione cattolica e apostolica si tramuta in una religiosità sapienziale, femminista, ecologica, sensuale, a forte venatura vitalistica e new age.

Matthew Fox, l’allora cardinal Ratzinger ha «condannato» il suo libro come «pericoloso e fuorviante». Qual è stata la sua reazione alla elezione a Papa di un «allievo» di Agostino, che lei accusa di essere alla radice della teologia negativa e pessimistica del peccato?

«È stata quella di andare a Wittenberg, in Germania, durante il tempo di Pentecoste e appendere 95 tesi alla stessa porta dove aveva appeso le sue Martin Lutero. Mi è sembrato particolarmente appropriato perché Ratzinger è stato il primo Papa tedesco in centinaia di anni, ma soprattutto per far risaltare la profonda necessità di una riforma della Chiesa dei nostri giorni. Penso che le mie 95 tesi indichino l’appropriata direzione verso cui dobbiamo muoverci. Gli eventi che sono accaduti dopo che è stato fatto Papa, compreso lo tsunami di rivelazioni sulla pedofilia dei preti e sulla copertura dello scandalo da parte della Congregazione della dottrina della fede che lui guidava, indicano che le mie azioni erano giustificate».

Il grande convertito inglese Chesterton esprime concetti molto simili a quelli di «Original Blessing». Ma sostiene anche che la Chiesa cattolica è il solo «posto dove tutte le verità si incontrano». Perché lei non è d’accordo?

«Chesterton era in molti modi un celebrante della teologia della "benedizione originaria" o della bellezza e bontà originarie. Nel suo libro su san Tommaso d’Aquino (che lessi da ragazzo e influenzò il mio desiderio di diventare un domenicano) egli parla del "vecchio puritanesimo agostiniano"e del pessimismo che l’Aquinate ha combattuto così fortemente. Quanto all’ecclesiologia di Chesterton, la nostra conoscenza del mondo è cresciuta dall’inizio del XX secolo, quando lui scriveva. E abbiamo appreso dal Concilio Vaticano II che lo Spirito Santo lavora attraverso tutte le tradizioni. E che la Chiesa istituzionale è semper reformanda. Chesterton ha scritto che il diavolo si trova sia nella Chiesa che nel mondo».

Il Credo codificato nel 325 al Concilio di Nicea afferma: «Confesso un solo battesimo per il perdono dei peccati».

«Questo Credo parla della remissione dei peccati (al plurale) e non della remissione di uno solo (il peccato originale). Il battesimo degli adulti "ripuliva"le persone dai peccati del passato e le accoglieva nella nuova vita in Cristo. Il battesimo dei neonati li accoglie nella comunità dei fedeli nel mondo e nella pienezza di vita con Cristo. All’opposto della falsa caratterizzazione fatta da Ratzinger del mio libro, io non nego il peccato originale. Io contesto quello che noi intendiamo con questo. La parola "peccato" è molto problematica e non compare da nessuna parte nella consapevolezza ebraica (cioè di Gesù). Non è una parola biblica».

Papa Wojtyla sta per essere dichiarato beato: il suo approccio non era positivo, creativo, in una parola, come direbbe lei, benedicente?

«Come per il fatto che sia beatificato, ci sono degli interrogativi. A cominciare dal fatto che ha sostenuto la canonizzazione di un uomo violento come Escrivá, il fondatore dell’Opus Dei». E le folle che lo hanno seguito? «Non credo che il culto del papato o grandi folle necessariamente parlino di rinnovamento della Chiesa. La papolatria non è una virtù. Alcuni scritti di Giovanni Paolo II sono mirabili, ma credo che la storia mostrerà soprattutto che ha sradicato la teologia della liberazione e le comunità di base in America Latina. Senza contare la sua completa indifferenza per il coraggio e la santità di laici e membri del clero, centinaia dei quali sono stati torturati e uccisi nella stessa America Latina per difendere i poveri e proclamare la Buona Novella della Giustizia in un modo concreto (Oscar Romero era solo una di queste persone sante). Gli incarichi assegnati a una gerarchia di estrema destra (spesso dell’Opus Dei); il rifiuto di onorare il principio di collegialità fissato dal Concilio Vaticano II; l’appoggio a padre Maciel, fondatore della Legione di Cristo, persino dopo che le rivelazioni sulla sua pedofilia erano state rese pubbliche; lo sminuire le donne, il rifiuto persino di prendere in considerazione il clero sposato o le donne prete, anche quando i sacramenti sono denegati a molti per mancanza di sacerdoti; l’appoggio a movimenti fanatici di laici che in realtà non sono di laici, come Comunione e Liberazione, l’Opus Dei e la Legione di Cristo; le denunce profondamente omofobiche; la restaurazione dell’Inquisizione contraria all’insegnamento e allo spirito del Vaticano II: tutto ciò non mi fa esprimere ammirazione».

Lei ha lasciato l’ordine domenicano durante il papato di Wojtyla...

«Io non ho lasciato l’Ordine domenicano, ne sono stato espulso. Ho lottato 12 anni per restare e ho avuto l’appoggio di molti domenicani, soprattutto in Olanda. Il Concilio Vaticano II era focalizzato sul rinnovamento della Chiesa, ma la gran parte delle dichiarazioni su questo sono state negate durante i papati di Wojtyla e Ratzinger. Questo è il motivo per cui molti pensatori di Chiesa che conoscono un po’ di storia ritengono che l’attuale pontificato e quello precedente siano scismatici».

Scismatici?

«Un Papa e la sua curia (non importa quante dozzine siano stati fatti cardinali e quanti siano occupati a canonizzarsi uno con l’altro) non vincono un Concilio. Nel grande scisma del XIV secolo, in cui tre persone reclamavano contemporaneamente il papato, fu il Concilio di Costanza che destituì tutti e tre i Papi e ne elesse uno nuovo. Penso che sia il tempo di un cattolicesimo post Vaticano, una vera cristianità cattolica. Forse la Città del Vaticano ha qualcosa da imparare dal Cairo. Bisognerebbe detronizzare i dittatori e ripulire un sistema corrotto, così lontano dagli insegnamenti del Vangelo. Penso che lo stesso Gesù potrebbe nuovamente rovesciare i tavoli dei mercanti nel tempio, se giungesse sulla scena ecclesiale corrente».

Si tramanda che alla fine della vita San Tommaso abbia detto: «Tutto quello che ho scritto è paglia». Lei è autore di bestseller, sottoscriverebbe questa frase?

«Come avido lettore dell’Aquinate, sono felice che i suoi lavori siano stati salvati e che non abbiano fatto la fine della paglia. La sua esperienza mistica, nella cui prospettiva aveva visto tutto il suo lavoro "come paglia" a paragone della luce di Dio, è un’esperienza profonda su cui dobbiamo meditare. Tutti i nostri sforzi nel mondo del lavoro, della vita familiare e della nostra cittadinanza sembrano paglia nel grande schema della storia. Questo non significa che noi non siamo qui per lavorare duro, giocare e amare generosamente. Questo significa soltanto che siamo meri strumenti di un dramma di 13,7 miliardi di anni che chiamiamo universo». Ma non dell’evoluzione cosmica parlava Tommaso...

 

 

 



Giovedì 17 Febbraio,2011 Ore: 17:05