DONAZIONI E TRAPIANTI DI ORGANI: DUBBI E DOMANDE CHE SI PREFERISCE IGNORARE

di Roberto Fantini

ewApprendiamo spesso, da notiziari più o meno telegrafici o da servizi giornalistici marcatamente enfatici, che, in seguito ad un triste evento, i parenti di un qualche poveretto (spesso un bambino), avrebbero dato il consenso per la “donazione degli organi” del loro congiunto. La notizia o viene fatta scivolare via, quasi come mero episodio di routine, oppure viene ben sottolineata al fine di innalzare la scelta della donazione a modello esemplare di comportamento, a paradigma di generosità e sensibilità civile.
Mai e poi mai ci è dato di imbatterci in qualcuno a cui sia consentito sollevare un seppur minimo dubbio, esprimere una perplessità, magari lieve lieve, cauta e blanda. Mai e poi mai qualcuno che si dedichi a spiegarci (senza finalità apologetico-propagandistiche) cosa sia effettivamente la cosiddetta “morte cerebrale”, quando essa sia riscontrabile, quando e come, pertanto, sia possibile effettuare il prelievo degli organi, secondo quali criteri, ecc. Solo fiumi di potenti e belle emozioni, nel deserto sconfinato del generale non sapere …
Ci si limita a dire che tizio sfortunatamente “non ce l’ha fatta” e che, quindi, i parenti hanno encomiabilmente concesso l’autorizzazione a procedere all’espianto degli organi … cosa che consentirà a tanti individui di avere una nuova vita, ecc.
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Domenica 04 Giugno,2017 Ore: 19:35