RIFORMA SANITARIA, CONTRACCEZIONE, ABORTO: I TEOLOGI USA SCELGONO DI NON SCEGLIERE

di Adista Notizie n. 25 del 30/06/2012

36765. NEW YORK-ADISTA. Promuovere o non promuovere una risoluzione che chieda all’amministrazione Obama di esentare i datori di lavoro cattolici dall’offrire ai loro impiegati un’assicurazione sanitaria che comprenda anche contraccettivi e aborto (v. Adista Notizie nn. 4, 7, 11, 21/12)? È il dilemma che tormenta la Catholic Theological Society of America (Ctsa), prestigiosa associazione statunitense che riunisce i migliori rappresentanti della teologia nazionale e che, in questo frangente, teme di mettersi contro i vescovi. Una risoluzione – tesa a contestare la misura intrapresa dal governo per garantire a tutti i dipendenti di enti religiosi la copertura assicurativa di contraccezione, sterilizzazione e interruzione di gravidanza – è stata infatti discussa senza, tuttavia, ottenere un’adesione significativa. Un “no”, hanno detto alcuni membri, avrebbe sottolineato la distanza del Ctsa dalla posizione dei vescovi.

Il presidente della Commissione incaricata delle risoluzioni, Richard Gaillardetz, ha spiegato che obiettivo della Commissione non era tanto l’approvazione o il rifiuto di una certa risoluzione, quanto comprendere se essa fosse degna di considerazione da parte dei componenti. Il responso rispetto a questa mozione in particolare è stato negativo: ciononostante è stata comunque dibattuta. Uno degli undici membri a favore della risoluzione ha definito la questione nei termini di una semplice affermazione della libertà di coscienza: «Niente di meno, niente di più». La dichiarazione, ha detto, non intende essere un documento politico o ideologico o un’affermazione etica: «Perché la Ctsa prende in considerazione la risoluzione? Perché – ha detto Gaillardetz – il mandato minaccia il libero esercizio della religione e lancia una sfida all’autodefinizione delle istituzioni di carattere confessionale per le quali lavorano molti membri».

La Dignitatis Humanae, il documento conciliare sul concetto di libertà religiosa, ha osservato un altro membro, afferma che se il governo deve rispettare il diritto individuale e collettivo alla libertà religiosa, questo diritto è garantito “entro certi limiti”. Uno di questi limiti è dato dalla «giustizia e dai diritti fondamentali delle persone». Si potrebbe affermare, dunque, che, sulla base del Vaticano II, il mandato sulla contraccezione rappresenti un limite appropriato alla libertà religiosa di alcune persone. Dopo un dibattito piuttosto articolato, un altro teologo ha preso la parola ponendo una questione procedurale. È possibile, ha detto, che i componenti della Commissione non arrivino a un voto, «in modo tale che la Ctsa non appaia, a livello mediatico, contraria alla posizione dei vescovi?». La mozione è stata formulata e approvata quasi unanimemente. (ludovica eugenio)

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ADISTA
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Mercoledì 27 Giugno,2012 Ore: 20:02