Siamo in Spagna e Mariano Rajoy e i suoi del PP (Partito Popolare) sono vittime della Mociòn de Censura organizzata dal PSOE (Partito socialista operaio spagnolo) e appoggiata da Podemos, dai partiti di sinistra e dagli indipendentisti di Cataluña e País Vasco. Quest’ultimo è stato l’ago della bilancia per far pendere verso Pedro Sanchez che diventa automaticamente , secondo gli accordi, Presidente della nazione spagnola.

L’anno scorso, Pedro Sanchez, per dissidi interni, preferì dare le dimissioni da deputato. La vecchia linea con Felipe Gonzales e compagnia varia, appoggiavano la giovane Susana Diaz, presidente della ‘Comunidad autonoma’ (Regione) della Andaluzia. La base del partito scelse con votazioni interne, il giovane cavallo di razza Pedro che divenne presidente del suo partito senza essere deputato.

Ora è presidente della nazione e non accetta, come vorrebbero PP e Cs (Ciudadanos), indire immediatamente le votazioni generali. Lo farà presto, ma non troppo, perché vuole prima realizzare alcuni obiettivi sociali.

Potrebbe essere un governo di 6/7 mesi. Sarà un impegno difficilissimo. Podemos spinge per nuove leggi più democratiche. PP e Cs aspettano alla finestra e certamente bloccheranno tutto il possibile.

Le difficoltà saranno enormi. Gli indipendentisti cosa vogliono in cambio del voto? Cataluña ancora non ha un governo per le note vicissitudini. Il Paìs Vasco ha dato filo da torcere ed è stata la patria della famigerata ETA. Sono in atto scioperi a catena, con grande partecipazione popolare specialmente dei pensionati. Alì Babà e i suoi 40, spariranno? Hanno rubato ovunque, ma sono sempre molto votati, anche se ultimamente hanno perso quota. Le ultime inchieste, però, li danno ancora come i più votati ed indicano Cs come secondo partito, da quarti che erano.

Certamente Alì Babà e i suoi non si chiuderanno nella vecchia grotta, ma saranno più vivi che mai nella lotta contro i ‘Comunisti’ di venerata memoria franchista.

Masoli Franco