IL CAIRO NON E' BERLINO    

di Agostino Spataro

Come previsto, la rivoluzione degli "internauti" si è fermata a Piazza Tahrir. In Egitto, il potere è nelle mani di Morsi e dei Fratelli musulmani, con la compiacenza delle Forze armate del vecchio regime. E' successo quel che si temeva: in Egitto come in Libia, in Tunisia; domani, il copione potrebbe ripetersi in Siria.
L'opinione pubblica, italiana ed europea, è sconcertata, preoccupata per le pretese di predominio, anche ideologico, c.he intende attribuirsi il presidente egiziano Morsi per conto della sua organizzazione "I fratelli musulmani". Molti, fra governanti, analisti, inviati che hanno appoggiato, senza riserve, le "rivolte" dello scorso anno, fingono di strapparsi le vesti per le tradite promesse di libertà e laicità, di benessere economico e civile. Evidentemente, la gran parte di tali soggetti continua a fingere, a ingannare le opinioni pubbliche che, in buona fede, hanno incoraggiato le "rivoluzioni", le "primavere" arabe.
E dire che lo intuimmo anche noi, che viviamo, appartati, in uno sperduto borgo siciliano, come si può verificare in questo articolo (in: www.infomedi.it/rivolta-egitto.htm) scritto agli inizi delle manifestazioni di piazza Tahrir, quando ancora Mubarak non aveva abbandonato il potere.
Ora, il problema non è di chi l'ha detto prima (anche se anche questo conta), ma di capire perchè tali "soggetti", che sapevano esattamente quello che stava accadendo e sarebbe accaduto dopo "piazza Tahrir", non l'hanno detto e/o scritto. Probabilmente, per accompagnare la "rivoluzione" nella braccia dei Fratelli musulmani. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Non solo in Egitto, ma anche in Tunisia, in Libia. Ora, sia chiaro,nessuno desidera difendere l'operato dei "rais" destituiti e/o eliminati (per altro tutti "amici" dell'Occidente), ma solo tentare di ristabilire la verità dei fatti e delle intenzioni che vi stanno dietro.
Lo scriviamo da decenni: i diversi regimi arabi (compresi "gli amici" attuali dei Paesi Nato) sono tutti, più o meno, autoritari, assolutisti. Più che "stati canaglia" sono "Stati-caserma". E' giusto quindi che i giovani, le donne, i cittadini si ribellino a tali sistemi e pratiche illiberali ed è altrettanto giusto che la comunità internazionale (non solo alcuni paesi NATO) li aiuti a liberarsi dal giogo opprimente. Ma senza nuove guerre e, soprattutto, per andare avanti, nel segno della democrazia, del pluralismo, della libertà, della laicità e non indietro come sta avvenendo in tutti i Paesi "liberati".
Insomma, appare evidente che in questi Paesi è in atto una drammatica regressione politica e culturale (anche rispetto ai vecchi regimi) che nessuno dei grandi media illumina, forse perché troppo concentrati sulla Siria a... spianare la strada del potere ai Fratelli musulmani, amici dell'Arabia Saudita e degli americani. Sappiamo che in Siria c'è una dittatura, ma deve essere quel popolo a liberarsene con le proprie forze e i propri mezzi e non con armi e forze straniere come sono quelle provenienti dalla Francia e da altri paesi della Nato, divenuta una sorta di nuovo gendarme del mondo.
Tutto ciò è inaccettabile, anche perchè si interviene soltanto contro i dittatori "disubbidienti" e si lasciano indisturbati i dittatori "amici", in Medio Oriente e in altre regioni del Pianeta.
Interventi, guerre pericolose e costosissime per i bilanci dei rispettivi paesi partner. Tutto ciò nel bel mezzo di una crisi economica e finanziaria che sta seriamente intaccando i livelli di occupazione e di reddito e il sistema di protezione sociale. Invece di fare guerre in casa d'altri, i principali partner della Nato dovrebbero prima guardare in casa propria per vedere cosa si sta facendo dei diritti alla libera informazione, allo studio, alla salute, al lavoro, ecc.
Per altro, la Nato dovrebbe essere sciolta giacché, dopo il crollo e la dissoluzione del Patto di Varsavia, non ha più alcun motivo di esistere. Infatti, fu creata (nel 1949) per difendere l'Europa occidentale dal presunto pericolo "comunista" dell'Unione Sovietica. Pericolo inesistente- come abbiamo visto- visto che quei regimi, statalisti e autoritari, si sono autodistrutti da se stessi. Il nuovo ordine mondiale deve essere progettato e approvato, nella pace e nella cooperazione fra i popoli, all'interno di una nuova Organizzazione delle Nazioni Unite e sulla base dei nuovi equilibri maturati e di nuove regole rispettaose della libertà e sovranità degli Stati.
Per intanto, tornando alle "rivoluzioni" arabe, sarebbe il caso che qualcuno risponda ad alcuni, inquietanti interrogativi che l'opinione pubblica si pone.
Perchè le potenze occidentali della Nato (Usa, Gran Bretagna, Francia e la povera Italia) le hanno appoggiate, anche militarmente, pur conoscendo la realtà delle cose e le conseguenze politiche cui si andava incontro?
Dove vorrebbero andare a parare? Forse, hanno deciso di cambiare cavallo: dal dittatore logoro, ormai "scomodo", alla potente organizzazione dei Fratelli musulmani che, per sua natura e statuto, è contraria alle legittime e laiche rivendicazioni degli internauti e dei progressisti in genere?
In ballo ci sono, come sempre, non le libertà dei popoli arabi, ma il loro petrolio e i grandi flussi di petrodollari che approdano comodamente in Europa e negli Usa.
Vedremo. Se così dovesse essere non sarebbe un buon servizio per la pace e per la libertà del mondo arabo, soprattutto per le donne, per i giovani, per i lavoratori, per la cooperazione e il progresso dell'area mediterranea, per la stabilità dei Paesi del Sud Europa, e in generale per i buoni rapporti fra Europa e mondo arabo.
 
Agostino Spataro



Martedì 11 Dicembre,2012 Ore: 15:04