21 marzo 2010
LA SUA FEDELTÀ RISPLENDE NELLA DEBOLEZZA

di p. Ottavio Raimondo

Ecco, faccio una cosa nuova. (I lettura: Is 43,16-21)
Tutte queste cose le considero spazzatura. (II lettura: Fil 3,8-14)
Gli condussero una donna sorpresa in adulterio. (III lettura: Gv 8,1-11)
 
Al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui
 
Gesù non si sente sicuro in Gerusalemme; sente che il clima nei suoi confronti è pesante e proprio per questo non passa la notte in città. Vi ritorna al mattino e la lascia la sera. Gesù agisce con prudenza: evita qualunque situazione che possa favorire il suo arresto. Di giorno la folla con la sua presenza lo difende. Ma di notte? Di notte lascia la città ora, durante la festa delle capanne. Lo stesso farà nell’ultima settimana prima di quell’arresto notturno reso possibile dal discepolo che tradisce.
È bello sentire parlare di “mattino” e di “tutto il popolo”. È bello vedere Gesù seduto, che ammaestra il popolo che “andava da lui”.Lì lo trovano gli scribi e i farisei che “gli condussero” quella donna sorpresa in adulterio.
Beata quella donna condotta a Gesù, ma beati anche coloro che la conducono a Gesù: chi ha peccato se ne andrà perdonato e rinnovato; chi accusava se ne andrà con un insegnamento nuovo che ben difficilmente potrà essere cancellato dalla propria vita.
 
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei
 
E’ un brano che non si trova in molti codici. Forse era ritenuto un episodio troppo crudo e scandaloso.
Ma quella donna sono io, sei tu, è l’intera umanità che ha voltato le spalle, rompendo l’alleanza che Dio ha stretto con il suo popolo, con ogni suo figlio e figlia: “Tu sarai il mio popolo e io sarò il tuo Dio”. Nel cuore di Dio noi siamo rimasti sempre il suo popolo ma nel nostro cuore Dio non è rimasto sempre il nostro Dio. Il nostro Dio è diventato il potere, il prestigio, il possesso, il piacere. Ci siamo inginocchiati di fronte all’opera delle nostre mani e abbiamo dimenticato colui che ci ha plasmati.
Gesù, seduto, si curva e scrive per terra. Che cosa scrive? Il vangelo non lo dice. Mi piace pensare che scriva l’impronunciabile nome di YHWH e accanto il nome di quella donna, il tuo, il mio!
 
E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”
 
C’è Gesù e c’è la donna e, certamente, tutto il popolo testimone silenzioso.
Gesù si alza quasi per sottolineare la solennità di quelle parole creatrici che sta per pronunciare. La donna è inondata da questa forza creatrice di Dio che le restituisce dignità e vita. Si alza e va’ con la gioia e il desiderio di non essere più infedele a quel Dio che tanto la ama da donargli Gesù.
Ti hanno accusato, ma non ti hanno condannato. Io né ti accuso né ti condanno.
Va’ e comunica a tutta l’umanità che è la sposa bella di quel Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo.
Va’ e ripetilo a quanti fra due settimane riceveranno il battesimo nella Pasqua di risurrezione.
Grazie alle tue scelte di vita, alle tue opere e parole (la veste bianca che indosserai) tutti diano gloria a Dio.
Con questa parola vivremo una quaresima che sarà:
-          comunione di sorelle e fratelli che né accusano, né condannano.
-          annuncio di speranza e di vita per tutti: non esistono esclusi.
-          assemblea (chiesa) sposa splendente e senza rughe.
Posso dirvi – raccontava in alta voce una donna – che nella mia vita infedeltà e aborti non sono mancati. Ma il Signore mi ha guardato e mi ha perdonato. Oggi sono di fronte a voi come donna nuova e sento che se nascondessi ciò che sono stata nasconderei anche l’amore con cui Dio mi ha amata e perdonata.
 
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it


Martedì 16 Marzo,2010 Ore: 16:45