S. Famiglia 27 dicembre
UNA FAMIGLIA CAPACE DI CERCARE

di p. Ottavio Raimondo

Samuele sarà proprietà del Signore   (I lettura: 1 Sam 1,20-22.24-28)
Ci chiamiamo e siamo figli di Dio (II lettura: 1 Gv 3,1-2.21-24)
I genitori di Gesù lo incontrarono tra i dottori del tempio (III lettura: Lc 2,41-52)
 
I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme.
 
Il Logos - la Parola è sempre esistita.  Per mezzo di lei fu creato tutto ciò che è. Un giorno la Parola si fece carne. Nacque povera, semplice, umile. Nacque nella famiglia di Giuseppe e di Maria e le fu dato il nome Gesù di cui abbiamo appena celebrato il Natale.
La riconobbero quelli di sempre: i semplici, gli impoveriti e gli umiliati.
Il mistero circonda la famiglia di Nazaret; quel mistero che nella Bibbia non significa qualcosa che non si capisce ma una ricchezza che siamo chiamati a scoprire, nella quale siamo chiamati ad entrare perché anche oggi le nostre famiglie abbiano a riconoscere Dio e sperimentare gioia e vita.
 
Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?
 
Le prime parole che Luca mette sulla bocca di Gesù sono: “devo occuparmi delle cose del Padre mio” e le ultime sono: “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”. Gesù appartiene al Padre di cui ci insegna a sentirci figli e a chiamarlo “Padre nostro”.
Giuseppe e Maria il Figlio lo cercano e lo ritrovano “insieme”. Solo insieme ritroviamo l’altro come Maria e Giuseppe hanno ritrovato Gesù che non si era “perso” ma che era “rimasto” nel tempio.
E, ritrovatolo, si sentono chiedere: “Perché mi cercavate?”. Il cercare è segno di responsabilità. Ma non basta cercare, dobbiamo chiederci: perché cerchiamo? Perché tutto vada avanti come abbiamo programmato, per non avere problemi, per vincere gli altri o cerchiamo per aprirci al nuovo, per aiutare l’altro a trovare la sua strada standogli accanto in punta di piedi?
Giuseppe sapeva bene chi era il vero padre di Gesù, ma il sentirselo dire in quel momento e con chiarezza deve aver lasciato un segno forte nella sua vita quotidiana.
 
Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
 
Qualunque sia il modello familiare nella società di oggi, per un cristiano sarà sempre fondamentale l'atteggiamento di questa famiglia di Nazaret: contatto con Dio, ascolto attento della sua Parola, obbedienza allo Spirito. Nazaret è il luogo dell’abbassamento dove Gesù vive la grande avventura dell’Incarnazione. Nazaret è il luogo dove Gesù si forma alla scuola di Giuseppe e di Maria. Vissero certamente le difficoltà di una famiglia umile ma con fede incondizionata in Dio e nella sua Parola.
Esiste tra Gesù, Maria e Giuseppe un clima di affetto e responsabilità. E in questo clima il figlio cresce trovando gusto (il gusto è la sapienza) per ciò che piace a Dio: servizio, umiltà. giustizia, solidarietà, misericordia, verità, pace…
Aperti a Dio e al mondo ci domandiamo: qual è il ruolo della fami­glia cristiana nel mondo di oggi? Che cosa si aspetta Dio dalle fami­glie? Di che famiglia ha bisogno la società? La chiesa missionaria?
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it
 


Marted́ 15 Dicembre,2009 Ore: 15:57