SS TRINITA’ – 26 maggio 2013 – Commento al Vangelo
TUTTO QUELLO CHE IL PADRE POSSIEDE E’ MIO; LO SPIRITO PRENDERA’ DEL MIO E VE LO ANNUNCERA’

di P. Alberto Maggi OSM

Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.

Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Nel discorso di addio ai suoi Gesù dice: “Molte cose”, letteralmente “molto”, “ho ancora da dirvi”, quindi Gesù assicura che continuerà a parlare anche quando non ci sarà. La sua presenza nella comunità è una presenza reale ed è la presenza del maestro che insegna ai suoi.

Ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Perché Gesù dice questo? Perché può comprendere il messaggio di Gesù solo chi, come lui, è pronto al dono della propria vita per gli altri. E i discepoli ancora non sono arrivati a questo livello.

Gesù assicura alla comunità di credenti di tutti i tempi che più si ama, più ci si dona, e più si comprende la sua parola. Poi Gesù prosegue dicendo: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”, cioè c’è un cammino che la comunità deve compiere attraverso Gesù ed è nella verità. Gesù ha già definito se stesso quale “la via”, cioè la strada, ebbene lo Spirito è colui che avvia, instrada nella verità.

Quello che Dio è, quello che l’uomo è, non può essere pienamente conosciuto se non attraverso gradi di conoscenza e di esperienza sempre più profonda. Mano a mano che l’amore ricevuta dal Padre si trasforma in amore comunicato ai fratelli, la comunità cresce in questo amore e in questo dinamismo di crescita sarà sempre più chiaro il volto del Padre. E’ questo il cammino nella verità.

Per questo la verità per Gesù non è una dottrina acquisita, non si ha la verità, ma si è verità e si fa la verità. Nel discorso con Nicodemo Gesù aveva detto: “Chiunque fa il male odia la luce”, e poi per contrapporlo al male non ha detto “chiunque fa il bene”, ma “Chiunque fa la verità”, quindi con “fare la verità” si intende fare il bene agli altri.

Quindi non si va verso la verità, ma si va nella verità, inserendosi in questo dinamismo crescente d’amore del Cristo che opera per il bene degli uomini.

Vi guiderà a tutta la verità perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”. La funzione dello Spirito all’interno della comunità dei credenti è quella di annunciare le cose future, letteralmente “le cose che verranno”, rendendo così la comunità capace di avere sempre risposte attuali ai problemi emergenti nel tempo.

Ai nuovi bisogni dei credenti, della comunità e della società lo Spirito Santo, lo Spirito della verità, fornirà sempre nuove risposte, evitando il rischio che può correre l’istituzione religiosa, di rispondere con risposte vecchie ai nuovi bisogni degli uomini. Gesù non annunzia una nuova rivelazione da parte dello Spirito, ma l’attualizzazione del messaggio in modi e forme nuove per la vita della comunità.

Ed è questo che garantisce la vitalità e la vita della chiesa. “Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. Compito dello Spirito è la proposta continua e incessante alla comunità del messaggio di Gesù. Non si tratta – come ho già detto – di un nuovo messaggio, ma della comprensione dello stesso messaggio nelle nuove circostanze che verranno a presentarsi.

Questa azione rende ogni volta più manifesto l’amore di Gesù ai suoi. Questo è il significato di “glorificare”. Infine Gesù assicura: “Tutto quello che il Padre possiede è mio”, la pienezza dell’amore, “per questo ho detto che prenderà a quel che è mio e ve lo annuncerà”. Quello che il Padre e Gesù possiedono in comune è la pienezza dell’amore, lo Spirito, ed è la comunicazione di questo amore l’opera dello Spirito a quanti lo accolgono.

La ripetizione per la terza volta del verbo “annunziare” mostra l’importanza che l’evangelista pone all’annuncio; non è soltanto un invito all’ascolto, ma accoglierlo e praticarlo. Il criterio di discernimento, per vedere se quanto viene comunicato procede quindi da Dio è l’amore.

Se il messaggio, se quello che viene annunziato, è a favore dell’uomo e del suo bene, proviene dal Padre, che ha a cuore il bene e la crescita dei suoi figli. Il Padre e Gesù hanno in comune un’unica passione: il bene degli uomini!




Mercoledì 22 Maggio,2013 Ore: 15:40