A Firenze, è tornato il nazifascismo.

di Francesco Mandarano

Nel periodo di ferragosto è successo, a Firenze, un episodio gravissimo: al Comandante partigiano Giorgio Pacini, è stata recapitata una lettera minatoria, inneggiante ai “franchi tiratori fiorentini” e contenete persino due proiettili di pistola.

A questo punto, è bene precisare che quest’anno, in modo ufficiale, le varie sigle della destra neonazifascista hanno commemorato, nel cimitero di Trespiano di Firenze, i così detti “franchi tiratori fiorentini”.

Orbene, per chi non lo sapesse, i “franchi tiratori fiorentini” erano giovani della peggiore risma, che assoldati dal segretario del fascio repubblichino, Alessandro Pavolini, colui che, insieme ai generali nazisti, aveva programmato cinicamente la distruzione della propria città, sparavano non tanto contro gli alleati o contro i partigiani, bensì contro la popolazione Fiorentina inerme.

Difatti, il loro preciso scopo era quello di terrorizzare i Fiorentini.

Queste persone non erano certo “eroi”, combattenti per “l’onore” d’Italia, quanto, invece, dei veri e propri mercenari al servizio di Hitler!

Gentaglia senza coraggio e senza dignità, che combatteva al servizio della belva Nazista morente e contro i propri fratelli italiani.

Pertanto, la loro esaltazione è fuori dalla Storia e fuori dalla Legge, in quanto integra il reato di ricostituzione del partito fascista e di esaltazione dei suoi esponenti.

Perché la forza pubblica prima ed il Sindaco Renzi, poi, da Ufficiale di Governo, quale è, non ha impedito tale iniziativa?

Forti di questo lassismo delle autorità, i neonazifascisti hanno avuto l’ardire di minacciare il Comandante Partigiano Giorgio Pacini, inviandogli dei proiettili di arma da fuoco.

Quando la notizia è divenuta pubblica, i neonazifascisti, con la sfrontatezza che li distingue, hanno preso le distanze dall’iniziativa dell’invio dei proiettili, ma hanno rivendicato il diritto di commemorare i “franchi tiratori” che secondo loro, sarebbero stati “eroi” che hanno combattuto per “l’Onore” d’Italia.

Ciò storicamente è completamente inesatto, dal momento che essi, in quanto nazifascisti, non avevano alcun “Onore”, avendo seminato morte e distruzione in tutta Europa, ai danni di intere popolazioni civili, inermi, nell’Europa Centrale e Orientale.

In ogni caso, è bene precisare che i “franchi tiratori” combattevano per Hitler e contro gli Italiani, rappresentati, in quel momento, dal Regno del Sud, che volevano assolutamente la Pace.

Quello che in questa vicenda bisogna sottolineare è che la stampa ha riportato le tesi degli esponenti politici neonazifascisti che esaltavano i “combattenti di Salò”, mentre, ha censurato gli scritti inviati ai giornali da parte di alcuni Antifascisti che intendevano approfondire l’argomento “franchi tiratori fiorentini”, chiamandoli con il loro vero nome: mercenari servi dei nazisti!

Quello che è ancora più preoccupante è il fatto che gli esponenti politici democratici, da Matteo Renzi a Rosy Bindi, intervenuti a commentare il gesto intimidatorio dell’invio dei proiettili a Pacini, non hanno saputo o voluto cogliere l’elemento essenziale di tale vicenda: commemorazione dei “franchi tiratori fiorentini” ed invio dei proiettili a Pacini sono due facce della stessa medaglia!

Tale medaglia, purtroppo, ha un solo triste nome: esaltazione e ricostituzione del disciolto partito fascista!

Quando ci sarà, a Firenze, un’Autorità Politica Militare o di Polizia Giudiziaria in grado di prendere una concreta iniziativa nei confronti di queste commemorazioni, che si pongono contro lo spirito e la lettera della nostra Costituzione Repubblicana e ci riportano indietro agli anni bui del ventennio fascista e della fantomatica repubblichina di Salò?

Francesco Mandarano

Punto Rosso Prato



Lunedì 19 Settembre,2011 Ore: 16:13