Note sparse

di Paolo Farinella, Prete

Note sulla tomba di Padre Pio, sulla Sindone, sui moralizzatori


Casa, dolce casa …
Genova 5-9 maggio 2010. Ora siamo certi: per anni e decenni abbiamo pagato un parlamentare e un ministro della Repubblica che era un cretino perché non si accorgeva nemmeno che anonimi truffatori e corruttori gli pagavano la casa sul Colosseo per due terzi. Se trattava il ministero come ha trattato l’acquisto della casa, Claudio Scajola è una tragedia per l’Italia. Fosse stato zitto, ancora ancora si poteva anche credere che era corrizione, ma dopo la sua conferenza stampa con quel suo linguaggio ottocentesco e democristiano doc, dovrebbe essere obbligatorio il manicomio degli imbecilli. Poverino ha fatto appena in tempo a sistemare il nipote alle ultime elezioni e così la dinastia continua.
Alla mia età ne ho viste di cotte, di bollite e di crude e oggi non mi scandalizzerei nemmeno se vedessi il papa incinto. Mi meraviglio di coloro che si meravigliano. Non poteva essere diversamente. IL capo di Scajola è un corrotto «acclarato», un corruttore recidivo, un mignottatore di professione che, anche lui, non si accorgeva che gli pagavano le signorine compiacenti a1.000/2.000 a botta. Bertolaso ha fatto il resto con lo scudo della protezione civile. Il governo ha difeso fino in fondo Sorrentino, mafioso e quell’altro che era dentro la mafia fino al collo e ora è in prigione, dopo che ha dovuto lasciare il parlamento. Ha varato lo scudo fiscale di cui si sono avvantaggiati per primi Berlusconi e gli amici e amichetti di panza e di letto. A proposito sembra che quelli che si sono regolarizzati, abbiano poi optato per lasciare gli stessi capitali all’estero, visto che tutto era anonimo.
Il falso in bilancio è un pio ricordo, e intanto il debito aumenta e la spesa corrente dello Stato anche. Scajola/sciaboletta ora è preoccupato perché vede il suo futuro nero, senza politica, senza mangiatoia. Quasi quasi gli facciamo una colletta per sostenerlo in questo tempo di ristrettezza economica. Poverino, con la Grecia alle spalle, come farà adesso che ha perso la poltrona?
Gli consiglio di scrivere un best-seller: Come comprare casa ad un terzo del suo valore perché qualcuno ti  dà 900 mila euro a tua insaputa con in appendice la lista in rigoroso ordine alfabetico di tutti i papabili benefattori. Sono certo che andrà a ruba. Letteralmente.
Spero che adesso mi cattolici che lo hanno votato, possano e debbano fare i gargarismi con l’acqua benedetta e sputare il voto che li ha resi complici e imbecilli come il loro eletto. A cominciare da Imperia.
 
Una tomba per i sepolcri imbiancati
Genova 5-9 maggio 2010. Una mia amica di Facebook ha creato una pagina contro la nuova cripta di padre Pio da Pietralcina. Mi era sfuggita la notizia che fosse inaugurata, ma ancora di più mi era sfuggita la notizia che il nuovo «loculo» (si fa per dire) di 2.000 metri quadrati (sì, sic!), cioè l’equivalente di 25 appartamenti di 80 metri quadri. Non c’è che dire, come inno alla povertà francescana e alla supposta semplicità del festeggiato, era il minimo che si potesse fare. 2000 metri quadrati non si negano a nessuno e se poi questo loculo così discreto è tutto ricoperto d’oro massiccio e di mosaici, siamo pari e patta. Tutto è logico e tutto si tiene: il vangelo che lascia in eredità i poveri (li avrete sempre con voi), che chiede di non portare due tuniche e borse con denaro, tutto è coerente, anzi l’oro scintillante servirà da specchio per le coscienze dei frati perché vedano il nero che le copre.
I frati hanno angariato p. Pio quando era in vita, lo hanno spiato, lo hanno tradito, lo hanno esiliato, lo hanno fatto soffrire e ora gli stessi lo onorano, lo celebrano e lo seppelliscono sotto una montagna di oro massiccio che grida vendetta al cospetto di Dio. La gerarchia cattolica che ha perseguitato p. Pio imponendogli ogni sorta di sopruso e di umiliazione, fino alla proibizione della Messa, oggi come se niente fosse lo additano come modello di santità e di umiltà e di povertà. Veramente non c’è più religione!
La mia impressione è che dietro quest’uomo mite e anche strano, vi sia oggi più che mai un enorme processo di marketing, una macchina per fare soldi facili facili per ingannare chi si lascia drogare da una religione che è la negazione della santità e del buon senso. Lasciamo stare il vangelo da parte che non c’entra nulla in questo come in tanti altri affari della bottega religiosa a buon mercato, anzi a peso d’oro.
Io mi chiedo come possa venire voglia di pregare in una cripta d’oro massiccio e chi è quell’imbecille che possa pensare che una cosa simile possa dare «gloria a Dio». Chi ha pensato una cosa del genere, chi crede che un simile delitto possa confondere Dio, si sbaglia di grosso perché quell’oro poteva e doveva essere impegnato per alleviare le sofferenze, nella ricerca medica, nell’aiuto ai poveri.
Nell’anno di grazia 2010, mentre migliaia di famiglie sono sul lastrico per mancanza di lavoro e altre migliaia perdono la casa per impossibilità di onorare gli impegni ipotecari; mentre una miriade di miriade di giovani sono senza lavoro e senza futuro, mentre bambini, uomini e donne muoiono di fame, letteralmente anemici e disidratati, mentre la chiesa cattolica manda gli spot per la raccolta dell’8x1000, mettere su una cripta d’oro massiccio per onorare un morto, già decomposto visto che è deceduto nel 1968, è un insulto a Dio, alla fede, alla dignità dei poveri, a San Francesco e allo stesso p. Pio.
Un nuovo vitello d’oro è nato e così chi è aduso a fare orge di religione a buon mercato, può andare con tranquilla coscienza a farsi fotografare nella cripta d’oro di p. Pio, stando attento però a che tutto quell’oro non gli accechi l’anima. Quando la religione si trasforma in mercato delle vacche, tutto è possibile, anche che Dio non esiste, come afferma lo stolto del salmo. Personalmente prendo un impegno per la vita: non sono mai stato a San Giovanni Rotondo e mai andrò perché non credo in quei fenomeni che vogliono fare passare per straordinari e non credo nelle apparizioni. Mi basta e avanza Gesù Cristo e credetemi, ne avanza anche tanto.
Pace e Bene a tutti!
 
La sindone, il papa e il successore di Poletto
Il papa è andato a Torino a vedere la sindone. Ognuno impegna il proprio tempo come meglio crede. Personalmente penso che invece di perdere tempo a visitare lenzuola che nulla aggiungono alla fede, avrebbe fatto meglio se si fosse dedicato di più a riformare i preti (quelli che restano) e a rilanciare il concilio Vaticano II, l’unica via per parlare al mondo di oggi. La sindone non mi interessa, mi lascia indifferente perché resta  come una «icona», cioè un simbolo di uomo crocifisso e non ha senso perdere tempo in verifiche di autenticità. Essa è parte di quel «superfluo» religioso tanto caro a chi fa incetta di religioso miracolistico, salvo poi considerare gli immigrati indegni di avere gli stessi diritti di tutti gli italioti.
Faceva specie vedere il papa tutto bianco che più bianco non si può e accanto a lui Cota, il governatore leghista e il gentiluomo papale Gianni Letta, il prosseneta di Berlusconi. Mi meraviglio che Berlusconi non abbia preso il posto della sindone per potere dire che era apparso anche al papa e di sentirsi crocifisso per il bene del Paese. Poareto!
Intanto Calderoli non aveva ancora finito di parlare contro l’unità di Italia che Bagnasco gli ha dato una bacchettata sulla lingua, affermando l’importanza delle celebrazioni. Mi piace l’interventismo veloce della Cei, sempre vigile e attenta a quello che accade nei suoi dintorni. Quanta solerzia e che tempestività, signor Cardinale! Lei non ha mosso un capello davanti alle indecenze del signor Berlusconi a caccia di verginelle minorenni, non ha fato una grinza davanti al caso Boffo, costruito ad arte per intimidire la Cei, ma ora, poffarbacco, nèh!, a scemenza calda, arriva la sua condanna immediata, ferma e risoluto sul «valore non negoziabile» dell’Unità d’Italia.
Miracolo! E’ una svolta!  Peccato, che il presidente della Cei, dorma quasi sempre e taccia quando deve parlare. Per es., sia Bagnasco che Bertone devono ancora rispondere alla mia lettera sulla comunione di Berlusconi ai funerali di Raimondo Vianello, a parte le «ante» ex et post di Fisichella che vanifica sempre tutte le occasione di stare zitto. Ricevo telefonate ed e-mail di preti, anche molto anziani, che mi chiedono se i due dell’Ave Maria hanno risposto perché si ritengono scandalizzati dal silenzio della gerarchia che parla dell’unità di Italia, ma nulla le cale dei suoi doveri pastorali. Rispondo che i due «fifty-fifty» non hanno risposto perché «in tutt’altre faccende affaccendate». Così va il mondo della gerarchia mondanizzata.
 
La morale dei moralizzatori
Chi non ricorda le sciabolate di Bossi su «Roma ladrona»? I lanzichenecchi discendenti dei Nibelunghi, cioè dai pastori delle malghe, si presentavano come moralizzatori della politica e semplificazione della burocrazia. Da quando sono al governo, la burocrazia prospera, e il marcio dilaga come una piovra. Hanno difeso i mafiosi in parlamento, tengono in vita  come presidente del consiglio un ladro, un evasore, un corruttore di giudici e testimoni, un amico e protettore di mafiosi, mafiosi, mafioso pure lui. Mancava la ciliegina, anzi due.
La prima è il figlio di Bossi che il padre battezza “trota”, colpito dalla perspicacia di cotanto figlio, ma tanto colpito che non ha voluto privare la nazione di un genio così genuino e sviluppato: eletto alla regione, cioè  con circa 10.000,00 euro al mese assicurati come obolo della nazione al nipote del dio Odino, senza Obelix e Asterix. Federalismo fiscale: noi paghiamo e Bossi  & Bossino intascano. W la Lega e coloro che la votano.
La seconda è Scajola che si giustifica dicendo che qualcuno ha pagata a sua insaputa la casa con vista sul Colosseo, versando senza che lui ne sapessi nulla, 900 mila euro: si riserva di denunciare queste lerci benefattori che versano milioni senza avvertire il beneficiato. Lui che ha firmato il rogito notarile, in qual preciso istante in cui i 900 mila transitavano su filobus, era stato chiamato dalla signora Prostata e si è distratto. Naturalmente Berlusconi ha subito dato la sua personale solidarietà. Ti pareva! Il maestro promuove il discepolo. Cattolici e uomini e donne oneste del partito del predellino e di quello del lupanare, non avete nulla da dire sulla morale di cui vi dite alfieri e custodi? Perché non portate bottiglie d’acqua e tozzi di pane al povero Scajola assediato ai benefattori anonimi di cui però si sa che hanno avuto appalti per il g8 della Maddelena e dell’Abruzzo?
 
Paolo Farinella, prete
Parrocchia S. Torpete - Genova


Mercoledì 05 Maggio,2010 Ore: 16:46