Si vota in Sicilia.

di Rosario Amico Roxas

La preparazione alla campagna elettorale per eleggere il governatore della Sicilia sta avendo una gestazione, apparentemente, travagliata, sia a destra che a sinistra.
L’unica certezza è rappresentata dai pentastellati in corsa per una vittoria che porterà alla ingovernabilità, perché con il 40% non si governa una  regione come la Sicilia.
A sinistra domina la pesca a strascico, con la segreta speranza di pescare un  candidato fornito di credibilità, in grado di catalizzare l’interesse di quanti ancora sperano in governi dediti al bene sociale e comune. Fino ad oggi nulla di fatto.
A destra, malgrado le apparenze, si sta sviluppando una politica che sta già dimostrando di avere idee chiare e distinte, basta saperle interpretare.
C’è un tandem che domina la scena, si tratta del binomio Berlusconi/Miccichè, gli stessi della ben nota vittoria 61  a  0, che servì a spingere la Sicilia in fondo al pozzo, anzi, scavando ancora per scendere sempre più in basso.
Miccichè batte le piazze fornito di un lucido cilindro da prestigiatore; ogni tanto tira fuori un nome, ma nella certezza di trovare disaccordo in Salvini e Meloni, oppure in Berlusconi. Ecco che emerge il tandem con i giochi di prestigio; ma ormai il gioco appare chiaro. I nomi via via presentati sono quelli che devono essere bruciati, per salvaguardare la “sparata” finale, per la quale  è concepita la manovra da prestigiatore. La tecnica è banale nella sua semplicità: presentato un candidato, ecco che Berlusconi affida alla Ghisleri (direttrice di una azienda di sondaggi di proprietà di Berlusconi !) un sondaggio sull’ipotetico candidato,  la Ghisleri  fornisce i risultati fasulli che, a tavolino, servono ai progetti del tandem. Tutti candidabili, tutti persone perbene,  tutti  graditi al gotha della politica destrorsa, ma insufficienti a garantire il risultato. Il cilindro del prestigiatore, saldamente in mano a Miccichè, serberà la sorpresa finale (tranne al sottoscritto che ha capito il giochetto).
Vengono così bruciati i concorrenti, che saranno  compensati con incarichi di governo, sottogoverno, imprese partecipate, candidature più o meno sicure; rimane, però, vuoto il posto da candidato alla presidenza.
Chi mai potrà gestire una situazione (apparentemente) così ingarbugliata ?
I possibili candidabili  fumano ancora nel falò che li ha travolti, non rimane che un nome, ben noto, con collaudate esperienze, con conoscenze personali nel mondo grigio  del sottobosco della politica/amministrativa.
Sarà così che Miccichè, sul filo di lana delle scadenze temporali, tirerà fuori dal cilindro Il … suo nome, legittimo erede di quel 61  a  0 che fece credere a Berlusconi di possedere la Sicilia.
Cadranno i veti di Salvini, della Meloni e della fronda interna di FI, sotto minaccia di esclusione dalle liste; il tandem è tornato in sella, come si conviene ad un cavaliere, convinto di ripetere quello storico risultato, magari utilizzando i medesimi canali.
E i siciliani… ?  Credo proprio che batteranno il record di assenteismo alla urne.
Rosario Amico Roxas



Lunedì 21 Agosto,2017 Ore: 07:58