Province: prove di democrazia elitaria?

di Nino Lanzetta

Se la riforma costituzionale, approvata dal Senato, passerà senza sostanziali modifiche le province non avranno più rilievo costituzionale e potranno essere abolite o modificate con legge ordinaria. Nel frattempo, però, le elezioni per il rinnovo dei consigli – che si terranno, in Irpinia il 9 ottobre – si faranno secondo la nuova legge Del Rio: elezione indiretta di secondo grado con voto ponderato e il voto degli amministratori dei piccoli comuni conterà meno di quelli grandi. I cittadini – così come per il senato “ renziano - berlusconiano” vengono privati del diritto di voto.Le province – per ora – restano ancora anche se mezze vive e mezze morte e con grande incertezza per il futuro. Motivo per il quale, quello in corso, è un esperimento degno della massima attenzione per il futuro assetto del territorio fra i Comuni e le Regioni. E, anche se le elezioni riguardano pochi interessati, sparsi su un vasto territorio, e molti eletti con liste civiche, è già partita la macchina elettorale con l’indizione dei comizi e con tanto di presentazione di liste, già al vaglio ed alla spartizione dei partiti più grandi, DM e FI che in Irpinia, però, devono vedersela con Ciriaco De Mita, Sindaco di Nusco. Se le province verranno abolite – come vuole Renzi – sarà l’ultima volta che si vota; se verranno risistemate, il voto indiretto potrebbe diventare la norma anche per il futuro. Con tanto di intasamento di leggi in Parlamento, si poteva anche soprassedere. A meno che non si stia tentando di porre in essere una nuova forma di democrazia elitaria.!Altro che ridimensionamento della politica e dei “politicanti”! I partiti tornano ad essere assorbenti anche a livello comunale anche con il ridimensionamento delle liste civiche.
Potrebbero aversi anche risultati positivi, perché il mettere gli amministratori comunali in contatto costante e sistematico fra loro potrebbe portarli a interessi meno di campanile e spingerli ad una migliore valutazione del territorio non solo del proprio Comune ed in funzione di uno sviluppo più generale e razionale. Dal nuovo ruolo che verrà assunto dai sindaci e dai consiglieri comunali, potrà venire un forte impulso ad una democrazia dal basso, che trovi nel territorio nuova linfa e nuovi stimoli, ridimensionando il ruolo delle segreterie dei partiti portati –specie qui in Irpinia – ad una mera ripartizione di poltrone sempre e solo finalizzate ad una sistemazione personale, entrando a far parte della gestione del potere che, seppur residuale, continua a titillare istinti clientelari mai sopiti. In questa ottica un nuovo assetto del territorio - in un ridimensionamento della Regione ed un nuovo ruolo dei Comuni consorziati tra loro in una nuova struttura che assorbisse le Province, le Comunità montane e gli altri Enti -contribuirebbe a rafforzare una moderna democrazia del territorio, in un ritrovato concetto di Comunità!
NINO LANZETTA



Sabato 13 Settembre,2014 Ore: 22:57