PUO’ TORNARE IL FASCISMO?  

di Assunta Daniela Veruschka Zini

Può tornare il fascismo?

Una dittatura, è noto, si impone, sempre, per incapacità a resistere del sistema e ogni azione di una parte ha successo per l’inazione di un’altra parte: il fascismo vinse perché il socialismo non seppe reagire adeguatamente, oltre che per la debolezza congenita dei governanti.

Sì, certo, la storia non si ripete, ma le analogie storiche hanno il loro valore, perché sono la sintesi del temperamento di un popolo, della sua struttura sociale, della sua emotività anche e, in fatto di emotività, gli italiani, come tutti i popoli mediterranei, sono campioni, per cui sono portati, sempre, agli eccessi, passando da un polo a quello estremo.

L’opinione pubblica, espressa dal corpo elettorale, ha rivelato una precisa inversione di rotta.

Quale ne sarà la conclusione?

In verità, il mutamento propone l’ipotesi di un “ritorno”, ma per via legale, vale a dire per designazione degli elettori.

Si è parlato di voto a dispetto, di protesta dell’opinione pubblica.

Quali le accuse del malcontento?

Sono molteplici.

Vi è una parte non trascurabile della popolazione, indignata per il decadimento dei valori tradizionali, per l’irrisione del concetto di Patria, per lo svilimento del senso di Nazione.

E vi è la maggioranza che fonda la propria delusione su ragioni economiche: i piccoli e medi industriali che vedono andare in rovina le loro fabbriche, gli impiegati e i professionisti che constatano la crescente insicurezza della loro posizione.

Vi è, poi, a giocare un ruolo importante il distacco irreparabile della classe politica dal Paese. I discorsi in chiave ermetica soprattutto. Gli elettori hanno iniziato ad accorgersene. Gli oratori sembra che badino più al ritmo che alla chiarezza dei concetti; i loro discorsi sono come le canzoni quando nascono, fatte di numeri: tre-cinquanta-quaranta / otto-sei-ventiquattro.

E, quando vogliono essere chiari, si buttano sulla retorica e sulla demagogia.

Scriveva Giuseppe Berto nel libro Modesta proposta per prevenire:

Quando ci accorgiamo che qualcosa difetta di sostanza, noi la scriviamo con l’iniziale maiuscola, in questo modo conferendole una specie di garanzia immunitaria che la mette al riparo dal buonsenso e dalla critica.”

Assunta Daniela Veruschka Zini

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Lunedì 05 Agosto,2013 Ore: 19:53