Pubblici impiegati: da "privilegiati" a nuovi poveri

di Amina Salina

La situazione del pubblico impiego, specialmente dei lavoratori con funzione non dirigenziale, è andata gradatamente peggiorando negli ultimi 20 anni, sia in termini di status sia dal punto di vista del salario. Dopo le riforme degli anni 90 c'è stata una graduale perdita di diritti ed uno spaventoso attacco alla categoria da parte di studiosi neo-liberisti nemici dell'intervento pubblico, che vedevano nello stato soltanto un'ostacolo al capitalismo selvaggio che difendevano. Cosi' i lavoratori del pubblico impiego hanno perduto in una decina d'anni almeno il 20% del potere d'acquisto degli stipendi, fenomeno che non solo in Italia ma in tutto il mondo occidentale ha aperto la strada alla successiva scomparsa dei ceti medi e a nuove forme di povertà. In piu' la categoria è stata frammentata, con l'introduzione di forme di lavoro a tempo determinato, mentre moltissime funzioni svolte dai lavoratori pubblici sono state esternalizzate e sono oggi gestite dai privati che lavorano nei ministeri e nelle scuole fianco a fianco col personale di ruolo.

Questo processo avrà sicuramente una brusca accellerazione con le liberalizzazioni imposte dalla banca centrale europea all'Italia: mentre lo stato si ritira chiude scuole ed ospedali, il privato avanza offrendo servizi non sempre di qualità a prezzi salatissimi. Cosi' i lavoratori pagano 2 volte per lo stesso servizio sia come produttori sia come consumatori.

Questo processo sta avendo un nuovo salto di qualità attraverso l'imposizione di un contratto unico locale distruggendo cosi' sia la contrattazione nazionale sia la specificità del servizio pubblico. L' elitè neo liberista che governa oggi per conto del fondo monetario internazionale e della banca centrale europea ha posto come unica misura del mondo il denaro. Essi vogliono comprare qualunque cosa e asservire l'essere umano alla logica infernale del produrre per consumare rovinando l'ambiente e deteriorando le condizioni di vita e di lavoro di tutta l'umanità. Per noi lavoratori pubblici significherà lavorare sempre di piu' per guadagnare sempre di meno, per offrire servizi scadenti con grande sacrificio di tempo e grande preparazione.
In tutta questa situazione c'è poi la frattura tra dirigenti pubblici, ben pagati e con buone prospettive di carriera, e gli impiegati delle qualifiche funzionali, i cui stipendi stanno calando a causa dell'inflazione e dei mancati aumenti salariali.
Per anni e anni hanno ripetuto che gli impiegati statali sono fannulloni, che è colpa loro se la pubblica amministrazione è inefficiente, in verità salvo qualche rara eccezione gli impiegati pubblici lavorano almeno quanto le altre categorie, se non di più, ma hanno scarsi mezzi e pochi soldi per liquidare le pratiche nel caso di pensioni o indennizzi. Per far funzionare la pubblica amministrazione occorrono mezzi ed investimenti che lo stato non fa, preferendo affidare sempre più incarichi a consulenti e ditte esterne. Dopo una campagna di stampa feroce durata molti anni, a cui si sono prestati studiosi come Ichino autore del libro "Fannulloni", e politici come l'ex ministro Brunetta, accomunati dal credo neo-liberista e dal proposito di attaccare una categoria che da anni non ha piu la compattezza che aveva negli anni '70, la categoria si è cominciata ad organizzare con una crescita esponenziale dei sindacati di base soprattutto Cobas ed USD.
La strategia è quella di diminuire il numero dei dipendenti pubblici attraverso il ricorso a cassa integrazione e licenziamenti, chiudendo scuole, ospedali e ridimensionando i ministeri. Come è accaduto alle grandi aziende para-statali privatizzate, prima ridotte al fallimento, poi comprate a costo stracciato dai grandi capitalisti, cosi la riduzione del peso dello Stato è un gran boccone per i privati che oltretutto è tutto da provare che gestiscano meglio i servizi rispetto allo Stato. Chi pagherà il conto saremo ancora una volta noi come lavoratori dipendenti con un contratto sempre piu simile a quello operaio senza garanzie e senza diritti e come consumatori utenti di un servizio sempre piu costoso e sempre meno efficiente. La fine della contrattazione nazionale e l'introduzione di nuove gabbie salariali sarebbero il ritorno agli anni 50 quando si lavorava per un piatto di minestra. Intanto aumenta il numero dei nuovi poveri anche tra i dipendenti pubblici.
Salam

Amina Salina 



Mercoledì 18 Gennaio,2012 Ore: 17:34