Come difendere i Valori Cristiani?

di Nando Cottafavi

Vorrei contribuire al dialogo avviato sulla situazione politica e sociale. I guai del Premier se ci sono, sono suoi, ma non affiderei certo a questo personaggio la difesa dei Valori cristiani. La psicologia e la storia dovrebbero insegnare che quando un individuo è assorbito da certi interessi privati; non può avere la capacità intrinseca di avviare la giustizia, appunto perché la giustizia è quella virtù che pone dei limiti al gusto e al temperamento e rispetta i valori rivelati entro i quali soltanto si fa avanti il volto e il diritto del povero. Non consumo inchiostro per cercare di spiegare i suoi intrallazzi, noi cristiani abbiamo ben altri riferimenti.

Inizio i riferimenti con uno scritto di don Giuseppe Dossetti del 1994: “…non si può sperare di uscire dalla notte solo con rimedi politici, o peggio rinunziando a un giudizio severo nei confronti dell’attuale governo in cambio di un atteggiamento rispettoso verso la Chiesa o di una qualche concessione accattivante in questo o quel campo (per esempio la politica familiare e la politica scolastica)”.

Poi, don Primo Mazzolari che rifiutò i contributi per riparare il campanile offerti dal sistema: “I problemi generali della cristianità si risolvono risolvendo i problemi della propria coscienza, anche di fronte al dovere che può essere un mito (un mito che schiaccia l’uomo). Nessuno si chiede se sotto il nome di dovere viene contrabbandata la negazione di un dovere più alto (quello che ci lega a Dio e ai fratelli). Dove comincia l’errore e la iniquità cessa la santità del dovere, la sua obbligatorietà e ne inizia un’altra: disubbidire all’uomo per rimanere fedeli a Dio. Gerarchia, disciplina, ordine, ma al di sopra c’è la salvezza dell’anima, ci sono i diritti della Verità e della giustizia, che sono i diritti di Dio”.

Poi, il Card. Martini: “[…] non è lecito pensare di poter scegliere indifferentemente, al momento opportuno, l’uno o l’altro a seconda dei vantaggi che vengono offerti. E’ questo un tempo in cui occorre aiutare a discernere la qualità morale insita non solo nelle singole scelte politiche, bensì anche […] nella concezione dell’agire politico che esse implicano. Non è in gioco la libertà della Chiesa, è in gioco la libertà dell’uomo; non è in gioco il futuro della Chiesa, è in gioco il futuro della democrazia”. Non è stato ascoltato: oggi ne paghiamo le conseguenze.

Chiudo con P. Aldo Bergamaschi: “Purtroppo tra il Messaggio di Gesù e la sua realizzazione storica è sorto un dualismo che la ragione non riesce a sopportare, né la fede a digerire totalmente. Il problema è sempre aperto: a noi credenti (in particolare nel sociale e negli altri settori della convivenza dove siamo impegnati) non resta che superare l’attuale caduta del cristianesimo al rango di “religione” e dare esempi luminosi di messa in atto dei “brevetti di Cristo” traducendoli in novità esistenziali”.

Nando Cottafavi



Mercoledì 02 Marzo,2011 Ore: 16:32