Dibattito
Acqua e referendum

di Salvatore Carnevale

Ringraziamo Salvatore Carnevale per averci messo a disposizione la versione completa della sua lettera pubblicata su "La Repubblica Napoli" del 29/04/2010
Caro direttore, ho letto sulla “La Repubblica- Napoli “ l’articolo del presidio a Piazza Dante dove si è avviata la raccolta delle firme “contro la privatizzazione dell’acqua”. Dall’articolo di Stella Cervasio si chiarisce in maniera succinta quali sono i quesiti referendari per i quali si chiede la firma. L’articolo è accompagnato da un titolo: Zanotelli, appello alla Iervolino “ L’acqua a un azienda pubblica”. Ho militato dal 2004 contro la privatizzazione dell’acqua e continuo a farlo, tra l’altro ho anche partecipato come coautore alla stesura del libro: “Campania, dal disordine al possibile” edito da Intra Moenia, febbraio 2010 nel quale racconto del “disastro” della privatizzazione dell’acqua a Napoli. A tal fine mi sento in diritto e parte in causa per criticare sia l’appello di Alex Zanotelli che i referendum, a mio modo di vedere, sono a favore della privatizzazione e mi spiego. Uno dei principi che erano alla base della lotta contro la privatizzazione dell’acqua nel 2004 era sia quello di evitare la gara d’appalto indetta dall’A.T.O.2 (Ambito Territoriale Ottimale), consorzio dei Comuni del bacino idrografico Napoli e Caserta; sia quello di mantenere una coesione tra i Comuni dell’A.T.O. che si approvvigionavano alla stessa rete idrica in un concetto di responsabilità compartecipe nella gestione della stessa . Ciò significa che un intervento sulla rete doveva e dovrebbe essere pensato, deciso e realizzato con la partecipazione di tutti i Comuni collegati alla rete. Un esempio: se il Comune nei pressi della fonte idrica investe per ammodernare l’impianto potrebbe chiedere al Comune confinante che riceve acqua pulita un rincaro a mq d’acqua per l’ammortamento del costo d'investimento. Il Comune confinante potrebbe fare la stessa cosa con l’altro Comune a confine. A monte si berrebbe acqua e si pagherebbe acqua, a valle si berrebbe acqua e si pagherebbe champagne . L’appello, quindi, Alex Zanotelli avrebbe dovuto formularlo in maniera diversa e chiedere non alla Iervolino ma al Presidente della Regione (Ente “forte” della sua autonomia legislativa) di determinare una proposta di legge quadro per il riordino del servizio idrico integrato (s.i.s.) con l’istituzione da azienda speciale di diretta emanazione della Regione sottolineando la differenza che vi è tra l’azienda di diretta emanazione e la società di diritto pubblico (così come riportato nell’articolo), che secondo l’attuale giurisprudenza, quest’ultima potrebbe anche essere una s.p.a. modello societario che da anni si combatte proprio per evitare la mercificazione dei titoli azionari.
 In merito ai referendum in qualità di militante contro la privatizzazione dell’acqua mi “dispiace” denunciare che nel comitato sostenitore della Campagna Referendaria ci sono i partiti del centro sinistra (Governo Prodi ) che nel 2007 si adoperarono per inserire nella finanziaria il disegno di legge Lanzillotta ( espressione principe della privatizzazione dei servizi collettivi tra cui l’acqua). Oggi con i referendum si chiede l’abrogazione sia della legge Tremonti art.23 bis legge 133 sia della legge Ronchi. Supponiamo che ciò accada, rimane in vigore la stessa finanziaria del 2007.
 In conclusione ritengo che la vera strategia contro la privatizzazione dell’acqua oggi va lanciata a livello territoriale per una forte pressione politica nei confronti della Regione Campania per evitare la “messa” sul mercato dei titoli azionari per l’acqua. I referendum distraggono i cittadini da tutto quello che accade in Campania intorno alle fonti idriche e ai servizi idrici integrati, un esempio per tutti: tra non molto la passività di bilancio dell’Alto Calore Servizi s.p.a.( che gestisce il s.i.s. nell’A.T.O. 1 Avellino- Benevento) consentirà l’ingresso della Hera s.p.a. del gruppo Emiliano Romagnolo A2A s.p.a. di riferimento della multinazionale Veolià, nella gestione della rete idrica quindi tutto a discapito dei cittadini che subiranno l’innalzamento delle tariffe per il servizio idrico così come già accade in tanti altri territori dove si è quasi consolidata la gestione privata del s.i.s., vedi ATO 3 Sarnese –Vesuviano . Di fatto stiamo assistendo alla mercificazione di un bene pubblico e alla dissolvenza di un senso d'appartenenza ad una data comunità. Le “rivendicazioni” referendarie di cui si parla, legandosi ad ideologie di alto contenuto sociale, producono un dispendio di energie e si adattano a strumentalizzazioni politiche, favorendo i potentati economici finanziari nei loro interessi.
 Quando la società civile sarà veramente autonoma dai partiti, ci sarà una nuova cittadinanza consapevole e integra nella rivendicazione dei diritti.


Venerd́ 30 Aprile,2010 Ore: 16:20