Editoriali
Dai giovani la speranza, il male non prevarrà!

di Giovanni Sarubbi

Giovanni Sarubbi
P
er noi “giovani del ‘68” una manifestazione come quella del 21 marzo scorso a cui ho partecipato, è come una siringa di adrenalina, un ritorno alla gioventù, una speranza per il futuro dell’umanità. La giornata era anche bellissima e i pensieri cupi sono stati spazzati via anche dalla testa dei più depressi.
Credo non si siano mai visti 35mila persone tutte insieme in una manifestazione ad Avellino, per lo meno negli ultimi trent’anni da quando cioè vivo in Irpinia, con centinaia di delegazioni giunte da tutta la regione Campania. E per la grandissima maggioranza erano giovani e giovanissimi. È stata una bella “botta di vita”, che mi ha fatto tra l’altro incontrare tanti vecchi compagni di lotta che non vedevo da anni e che mi spinge a fare alcune riflessioni.
Da quel poco che hanno riportato i TG è stato così in tutte le manifestazioni che si sono svolte in Italia organizzate da Libera per ricordare le vittime delle mafie. E sono state molte decine dal nord al sud del paese. (vedi il sito di libera.it per le immagini). E tutte con le stesse identiche caratteristiche, con migliaia e migliaia di giovani in prima fila contro le mafie, contro il razzismo, per la giustizia sociale, per la salvezza del nostro pianeta dallo scempio che il sistema sociale cosiddetto “occidentale” ne sta facendo, riducendo la Terra nel suo complesso ad una vera e propria pattumiera. Fiumi, laghi, oceani, suolo e sottosuolo inquinati da plastica e veleni assortiti e con l’aria inquinata da gas serra e dalle PM10.
I giovani vogliono un mondo diverso da quello che l’occidente capitalistico ha realizzato. Ed è per questo che le manifestazioni come quelle del 21 marzo o quelle del 15 marzo organizzate sull’appello lanciato da Greta Thunberg, la giovane ragazza svedese che si impegna per la salvezza del pianeta, vengono sistematicamente oscurate. Vengono oscurate sia dalle TV che non fanno vedere immagini di alcun tipo, sia perché alla manifestazioni positive seguono eventi drammatici che cancellano tutto il positivo che nella nostra società viene fuori sopratutto dai giovani. E va avanti così da decenni e gli eventi violenti e negativi vengono usati da chi governa il paese e detenine il potere economico e politico per realizzare provvedimenti reazionari che limitano sempre più la democrazia e i diritti umani.
Lo scorso 15 marzo, giorno della manifestazione mondiale per la salvaguardia del creato lanciato da Greta Thunberg c’è stata la strage nelle moschee di CrhistChurc in Nuova Zelanda. In questa settimana il giorno prima della manifestazione del 21 marzo di Libera c’è stata la tentata strage dei 50 bambini a San Donato Milanese. È di oggi la notizia dell’attentato a Palermo contro la responsabile di Libera che ha diretto la manifestazione del 21 marzo nella città siciliana. Siamo cioè continuamente portati a subire le notizie delittuose piuttosto che vivere la bellezza dei giovani che non vogliono la mafia, la guerra, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. E le “coincidenze” sono così tante che non può più essere un fatto casuale. C’è chi organizza sistematicamente il disordine perché più disordine c’è più chi ha il potere può continuare a fare quello che vuole. Solo paura e odio ci viene rovesciato addosso dalle TV e dai mass media che sono finalizzati ad impedire una presa di coscienza della grande massa dei cittadini delle responsabilità dei cosiddetti “imprenditori” e dei governi che da 70 anni a questa parte sono schierati solo dalla loro parte. Gli unici interessi che sono difesi nel nostro paese sono quelli dei cosiddetti “imprenditori”, che sono i responsabili della grave situazione di povertà nella quale versano oramai da anni milioni e milioni di italiani e che nessuna forza politica mette sotto accusa. Anzi tutti pronti a proporre condoni fiscali e aiuti statali e agevolazioni fiscali a gogò.
E sul cosiddetto “terrorismo” oggi c’è chi parla di opposti estremismi di fronte ai due attentati di matrice apparentemente opposta della Nuova Zelanda e di San Donato Milanese, giusto per impedire ancora una volta di comprendere che la radice della violenza nella nostra società non sta in questa o quella religione o nei loro rispettivi estremismi, ma nella struttura sociale che è intrinsecamente violenta perché si basa sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, che consente a pochissimi individui a livello mondiale di possedere oltre la metà della ricchezza del mondo. Ricchezza che è prodotta dai lavoratori che realizzano le merci o i servizi che poi vengono venduti sul mercato. Merci e servizi che rappresentano quello che Marx chiamava plusvalore che i capitalisti accumulano nelle proprie mani invece di socializzare come invece dovrebbe essere. Privatizzazione delle ricchezze che è la base della povertà diffusa e che non verrà affatto risolta dal cosiddetto “reddito di cittadinanza” per il quale i “padroni”, (io li chiamo ancora così come nel ‘68) non sborseranno un solo euro. Anzi i famosi 780 euro finiranno tutti nelle tasche dei padroni perché questi soldi serviranno solo a sostenere i consumi. Cioè danno apparentemente ai poveri ma in realtà danno ai ricchi. Usano i poveri per continuare a finanziare i ricchi. E i soldi che danno ai poveri saranno proprio i poveri a darli perché verranno prelevati dai pensionati che pigliano più di 1500 euro lordi al mese, cioè da tutti gli ex lavoratori dipendenti, operai e impiegati pubblici e privati, che non riceveranno nemmeno un euro o pochi euro di adeguamento delle loro pensioni. E chi dal 1 gennaio di quest’anno ha avuto poche decine di euro di aumento come adeguamento al costo della vita, dovrà restituirle e sono già migliaia i pensionati che stanno ricevendo le lettere di avviso di tale decisione che deriva dall’applicazione della legge finanziaria approvata lo scorso 31 dicembre 2018.
La storia, che è maestra di vita, insegna che gli inganni di coloro che detengono il potere economico e politico non durano in eterno, e anzi chi inganna e deruba i poveri per dare ai ricchi, ha fatto in genere una brutta fine. Si scavano la fossa con le loro mani.
Ed è divertente che in questa settimana sia ricomparso sulla scena mediatica anche Romano Prodi che, in una intervista televisiva, ha parlato della lira e dell’euro e ha concluso affermando che “il PD non è più il partito dei ricchi”. E chi ci crede? Come al solito saranno i fatti a parlare perché sui temi economici le bugie hanno le gambe cortissime.
Così come hanno le gambe cortissime le bugie che si dicono per mostrare un paese che in modo quasi unanime starebbe dietro ai fascio-leghisti del “governo del cambiamento” che continua a sfruttare i poveri per dare ai ricchi. Anche questa bugia finirà e quando finirà il tonfo di coloro che le bugie hanno diffuse a piene mani sarà grande e si faranno molto male con le loro stesse mani.
Giovanni Sarubbi

Di seguito alcune fotografie della manifestazione

del 21 marzo ad Avellino



Domenica 24 Marzo,2019 Ore: 21:58